Case popolari a Nocera Inferiore, i residenti di Montevascovado: «Viviamo nel pericolo»

«Fondamenta fradicie, condotte implose e degrado». Fdi: discuterne subito in consiglio comunale ad hoc

Montevescovado
Montevescovado
di Nello Ferrigno
Giovedì 15 Febbraio 2024, 07:00
3 Minuti di Lettura

«Viviamo dentro una bomba ad orologeria che rischia di esplodere se non si procede con rapidità». È il grido di allarme delle decine di famiglie che vivono nei cosiddetti prefabbricati pesanti al quartiere Montevescovado di Nocera Inferiore. Temono per la loro incolumità. Convivono da anni con infiltrazioni d’acqua, condotte implose, pareti fradice. Tutti le idee messe in campo negli anni, per demolire uno degli ultimi simboli del terremoto del 1980, sono naufragate. La galleria delle incompiute è ricca, dal fallimento di Iacp Futura alle difficoltà, ancora attuali di rimettere in campo il progetto, sino a dove trasferire le famiglie che occupano gli alloggi in attesa delle nuove case. «Queste palazzine - dice un’anziana - non hanno fondamenta profonde. Si poggiano su piattaforme di cemento invase dall’acqua. Si faccia qualcosa al più presto». 

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia vuole portare in consiglio comunale il presente e il futuro del quartiere. Lo afferma il coordinatore cittadino Francesco De Prisco. «Va subito convocato un consiglio comunale - dice - per adottare interventi straordinari e mettere al sicuro le famiglie. Non è esagerato dire che il pericolo di crolli è esistente, le infiltrazioni hanno degradato pavimenti e soffitti. I lavori per abbattere e ricostruire i 32 alloggi dell’edificio di via San Prisco al civico 20, nonostante una variante con conseguente, notevole aumento dei costi, sono ancora fermi. Su tutti gli altri stabili si va avanti con interventi di manutenzione straordinaria quando, invece, è necessario un intervento radicale. Mi auguro che tutte le forze politiche siano coese di fronte ad un problema di estrema gravità». 

Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva annunciato che Montevescovado rimane una priorità. «Conosciamo bene le difficoltà dei residenti del quartiere - precisa il sindaco Paolo De Maio - puntiamo a dare un nuovo volto all’intera area. Stiamo anche lavorando a riaprire e completare il dossier di Iacp Futura per far si che i due scheletri di cemento rimasti a Montevescovado possano diventare case. Siamo in attesa di risposte definitive da parte dell’Agenzia regionale per l’edilizia popolare». Nel frattempo le storie di chi vive negli alloggi prefabbricati si intrecciano con una complessa quotidianità. I moduli abitativi, costruiti all’indomani del sisma, dovevano essere temporanei, dovevano sostituire i container dell’emergenza per poi dare una casa vera a chi ne era stato privato. Dopo 40 anni sono ancora lì. Le case sono passate di mano, dei terremotati ormai non c’è più traccia.

Video

La soluzione per cancellare il quartiere ghetto appare lontana. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA