Morto a 16 anni in un incidente stradale, archiviata indagine bis

Indagati un ragazzo di 21 anni ed un 19enne di Cetara con l'ipotesi di reato di omicidio stradale

Un tratto di strada di via Croce
Un tratto di strada di via Croce
di Nicola Sorrentino
Domenica 3 Marzo 2024, 12:01
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Viene archiviato il fascicolo e la relativa indagine sul decesso di Vittorio Senatore, il 16enne morto il 15 settembre 2019 a causa di un incidente, in via Croce, tra Salerno e Vietri sul Mare. La procura aveva iscritto tra gli indagati un ragazzo di 21 anni ed un 19enne di Cetara, con l'ipotesi di reato di omicidio stradale. Le posizioni dei due, minorenni all'epoca dei fatti, erano finite al vaglio della procura competente. L'indagine era stata aperta dopo la denuncia dei genitori del ragazzo, che avevano sostenuto che gli pneumatici dello scooter condotto da altre due persone avesse, in sostanza, sormontato il corpo di Vittorio e del giovane che era con lui, in sella allo scooter.

Un primo fascicolo contro ignoti era stato archiviato. Poi arrivò la nuova accusa, quella di omicidio stradale, con tanto di nomi sui quali l'autorità giudiziaria sviluppò una nuova inchiesta. La famiglia del ragazzo, attraverso il proprio legale Vincenzo Forte, aveva chiesto la riapertura del caso in ragione dei tanti dubbi lasciati senza una risposta, con l'attività precedente. La circostanza che la vittima fosse stata travolta dallo scooter sarebbe stata appresa dalla famiglia da altri due amici del figlio, i quali avrebbero ricevuto a loro volta l'informazione del ragazzo che era insieme alla vittima. 

Per il Gip, tuttavia, la circostanza non è credibile.

Nella memoria difensiva uno dei due indagati sostenne che i confidenti dei familiari lo avrebbero «minacciato e spinto contro il muro, impedendogli di allontanarsi fino a quando non avesse risposto al loro interrogatorio».

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L'opposizione della famiglia della vittima è stata rigettata «perchè in parte inammissibile e infondata, per non aver offerto elementi realmente indicativi della necessità di un ampliamento investigativo che induca a risultanze opposte a quelle alle quali si è pervenuti, non valida per formulare una ragionevole previsione di condanna di qualcuno dei soggetti ad oggi indagati». Il tribunale non ha dato credito alle parole degli amici che parlarono con i genitori dela ragazzo: «L'attendibilità è controvertibile per aver essi riferito in ogni sede, in primis ai genitori della vittima, di mere suggestioni soggettive, assolutamente prive di riscontri oggettivi». Le informazioni di persone vicine alla famiglia, in sostanza, «non avrebbero alcuna dignità probatoria, perchè provenienti da soggetti che non possono riferire su fatti ma solo su inammissibili sensazioni personali».

La famiglia, attraverso Facebook, ha scritto di non condividere la decisione dell'archiviazione, restando intenzionata ad andare avanti. Il 16enne morì in ospedale, a seguito delle gravi lesioni interne provocate dallo scivolamento sull'asfalto. Secondo la tesi difensiva il ragazzo fu anche schiacciato dalla ruota di un altro mezzo di circolazione, quello guidato da altri due amici, che quella notte erano dietro di lui. 

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