Neonato picchiato perché piange,
genitori «inadeguati»: a processo

Neonato picchiato perché piange, genitori «inadeguati»: a processo
di Viviana De Vita
Venerdì 7 Maggio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 8 Maggio, 22:13
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Aveva appena sette mesi ma, fin dalla nascita, subiva le percosse della madre alcolizzata e tossicodipendente che con le botte cercava di zittire il pianto del piccolo. È stata una segnalazione a salvare il neonato. Qualcuno ha chiamato i carabinieri sostenendo che in quell’abitazione, in una palazzina di Pellezzano, accadeva qualcosa di strano: una donna era chiusa in casa con il figlio neonato che piangeva di continuo. Quando i militari sono intervenuti, il bambino era sporco, aveva lividi sul corpo, un’ecchimosi sul viso e sua madre era completamente ubriaca. Era il marzo 2018 ma la vicenda è venuta a galla solo adesso che entrambi i genitori del piccolo sono finiti a processo per le accuse di maltrattamenti aggravati ai danni del figlio di cui trascuravano – scrive nel capo di imputazione il pubblico ministero Elena Cosentino, titolare del fascicolo, «le esigenze primarie di accudimento, sorveglianza e custodia». Il bambino, i cui interessi nel procedimento sono rappresentati dall’avvocato Luca Monaco, dopo l’intervento dei servizi sociali e del tribunale per i minorenni, è stato dato in affido ad un’altra famiglia. Raccapriccianti i particolari dell’inchiesta ricostruita dal magistrato: nel fascicolo sono confluite le sevizie quotidiane patite dal piccolo che veniva udito piangere dai vicini per lunghi periodi durante il giorno e la notte.

Secondo la ricostruzione dei fatti effettuata dalla Procura, la madre non esitava ad infliggere al figlioletto punizioni fisiche per impedirne i lamenti: il bambino viveva in uno stato di totale abbandono morale e materiale e pativa l’assunzione passiva di cocaina ed alcol attraverso il latte materno. Gravissime le responsabilità attribuite dalla Procura anche al padre del bambino che, pur essendo a conoscenza dello stato della convivente, alcolizzata e tossicodipendente, e del profondo degrado affettivo e relazionale nei quali versava il proprio figlio minore, non faceva nulla per impedire le violenze e i maltrattamenti subiti dal bambino. Più volte nel fascicolo il magistrato evidenzia «la totale inadeguatezza della madre rispetto alle continue cure da apprestare per la sana ed armonica crescita di un neonato» sottolineando le gravi responsabilità del padre mai intervenuto a sostegno del piccolo. Era il marzo 2018 quando i carabinieri, dopo la segnalazione di una vicina, scoprirono l’orrore: il piccolo, sporco e senza cure, aveva un’ecchimosi sul viso. Trasportato subito in ospedale in seguito all’intervento immediato dei servizi sociali che giunsero sul posto, al neonato fu diagnosticato un trauma contusivo facciale.

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