Pontecagnano Faiano, omicidio Marzia: fissata udienza preliminare per la coppia Noschese-Vacchiano

Per l'omicidio di Pontecagnano Faiano, gli indagati rischiano il processo ma resta un fascicolo aperto con altri nomi

Marzia Capezzuti
Marzia Capezzuti
di Petronilla Carillo
Giovedì 18 Gennaio 2024, 06:25
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È stata fissata per il primo febbraio l’udienza preliminare per Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese (difesi dagli avvocati Giovanni Gioia e Alessandro Pignataro) accusati dell’omicidio di Marzia Capezzuti, la giovane milanese che viveva con loro nella umile abitazione di via Verdi a Pontecagnano Faiano. Una casa che, per la giovane donna arrivata in Campania per amore del fratello di Barbara - poi deceduto per una overdose a Napoli - era diventata una galera. Fino al suo ultimo giorno di vita. La coppia, che ha coinvolto nell’occultamento del cadavere anche il loro primogenito minorenne - la cui posizione è ora al vaglio del tribunale dei Minori che lo ha sottoposto su richiesta dell’avvocato Pierluigi Spadafora ad una perizia psichiatrica - è accusata, oltre che di omicidio, anche di aver posto la giovane donna milanese in uno stato di incapacità di intendere e di volere contro la sua volontà con maltrattamenti e violenze. Sono sei i capi di imputazione loro riconosciuti dalla procura di Salerno, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dal vicario Luigi Alberto Cannavale. A sostenere la parte civile in udienza, rappresentata dalla famiglia della vittima, saranno gli avvocati Carmela Landi e Nicodemo Gentile. Ma, per un’inchiesta che si trasforma in processo, un altro filone resta aperto. 
L’ALTRO FILONE 
Resta ancora aperto un altro fascicolo, il primo, aperto dalla procura sul caso di Marzia Capezzuti quando la ragazza era ancora ricercata. Sul registro degli indagati, a settembre del 2022, furono prima iscritte cinque persone, poi passate a sette: per loro l’indagine resta ancora in piedi. Si tratta, oltre a Barbara Vacchiano e al marito Damiano Noschese e al ragazzino minorenne, anche degli altri due figli della Vacchiano, Annamaria e Vito, anche due amici di famiglia: il proprietario di un fondo di terreno dove si pensava in un primo momento che fosse stato occultato il corpo sena vita di Marzia e un auto carrozziere. Le loro posizioni restano aperte, forse per valutare le responsabilità in merito alle violenze e alle vessazioni subite da Marzia e, probabilmente, anche sussurrate violenze sessuali. 


LE ACCUSE 
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, viene ricostruita l’intera vicenda dei maltrattamenti a Marzia ma il pm è chiaro e lancia anche accuse pesanti per «lo stato di omertà generale ingenerate nell’ambiente circostante mediante un costante clima di minacce e terrore idoneo ad ostacolare la pubblica e privata difesa».

Viene ribadito che le violenze avvenivano anche davanti all’ultimo figlio della coppia di soli sette anni, e di come Marzia non fosse libera di mangiare neanche ciò che voleva. 

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