«Nel cuore dell'antico Cilento il mio ritorno alla ruralità»

Annacarla Tredici torna da Londra e punta sull'allevamento delle capre nella Tenuta Principe Mazzacane

Annacarla Tredici
Annacarla Tredici
di Antonio Corbisiero
Mercoledì 20 Settembre 2023, 08:48
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«Un ramo della famiglia di mio padre aveva le capre. E lo stesso era anche per il mio compagno, Andrea. Quando abbiamo deciso di investire nella terra, perché volevamo costruire un qualcosa di bello, di nostro, che ricordasse una parte in "comune" delle nostre origini, che regalasse dei valori reali ai nostri futuri figli, vedemmo dipingersi davanti ai nostri occhi proprio tutto questo. Non avevamo nulla, neanche un metro di terra: abbiamo iniziato cercando un posto, che potesse ricordare un pezzo di memoria», racconta Annacarla Tredici, fondatrice insieme ad Andrea Giuliano, di Tenuta Principe Mazzacane, nel cuore del Cilento Antico. Precisamente nelle terre di Lustra e di Omignano, di proprietà del principe Giulio Cesare Mazzacane, marito di Giulia Rocca, allieva del filosofo napoletano Gian Battista Vico. E giocando con la storia hanno dato vita ad un'azienda di cui la capra - ed il suo latte dagli alti valori nutrizionali e di cui si dice che il principe fosse ghiotto - è il cuore portante.

Nella tenuta si allevano circa un centinaio di questi animali curiosi, empatici e sensibili. «Abbiamo iniziato - confessa Tredici - con l'autoctona "Cilentana", fulva, nera e grigia, razza a rischio estinzione che abbiamo contribuito a salvaguardare. Poi ci sono altre specie allevate allo stato semi-brado». Ad occuparsi del marketing è Federica Giuliano, sorella di Andrea, che, dal presidio di Lustra, promuove, in particolare il cacioricotta di capra. «Sono una sognatrice ed amo la mia terra - dice - ho deciso di contribuire alla valorizzazione delle sue tipicità che costituiscono la nostra identità».

Suo maestro di vita è stato il sindaco-pescatore Angelo Vassallo, conosciuto quando aveva 7 anni e di cui ha fatto suo il motto «Qui parliamo anche del tuo futuro» che campeggiava nella sede della Comunità Montana Alento Montestella. «Tutto il mio lavoro - avverte - è diretto a garantire un futuro migliore alle giovani generazioni, aiutando le persone a credere nelle proprie potenzialità e nelle potenzialità di questa terra».

Da piccola suonava nella banda musicale del paese, «cosa che mi ha permesso - svela - di girare ed entrare in contatto con altre comunità. Nel 2012, complice un'esperienza in Scozia, mi sono resa conto che all'estero sono capaci di "vendersi" senza avere nulla, garantendo un'economia locale puntando sull'affabulazione narrativa, mentre noi che abbiamo un sito prestigioso come Paestum non lo sfruttiamo a fondo». Il percorso formativo di Federica è turistico, ma non c'è lavoro, decide di andare via e di acquistare un biglietto di sola andata per Londra. A malincuore, ma, come scrive al sindaco su Fb, tanti ragazzi sono costretti a emigrare dopo il diploma perché non ci sono opportunità. Rientra, però, dopo qualche anno, i tempi forse sono più maturi. E poi all'estero è un numero, come tanti. Inizia con lavori stagionali legati al mondo del turismo.

Nel 2017, durante il servizio civile alla Fondazione Giambattista Vico, si occupa della mappatura del territorio e si rende conto di quante realtà del Cilento, oltre Paestum, Vatolla, Velia, erano poco note. Così decide di mettersi in proprio, utilizzando al meglio le sue capacità di marketing territoriale. «Volevo diventare un punto di riferimento per chi non sapeva dove andare e cosa fare, non solo per i turisti - sottolinea - Soprattutto per la mia generazione. Siamo stati sempre considerati dei nullafacenti, incapaci di intendere e volere. Il nostro destino era all'estero perché, come le classi con un numero inferiore a 10, anche i paesi sarebbero stati più semplici da gestire. Decido quindi di andare contro tutti e tutto, restare e dare il mio contributo. Costruire una rete di contatti fatta di persone, confrontarmi con altri giovani che come me credono in questa terra, metterci la faccia e fare anche l'impossibile se necessario. Tenuta Principe Mazzacane mi offre la possibilità di poter vivere nella mia terra contribuendo anche a promuoverla. È una terra devota all'agricoltura, all'allevamento, alla pesca. Siamo tradizione, cultura, come stile di vita portiamo avanti il concetto di dieta mediterranea. E non si può intraprendere un percorso imprenditoriale in un territorio destinato a morire a causa dello spopolamento e tanti altri fattori, quindi c'è da lavorare in contemporanea, per recuperare tempo, tra il fare e il raccontare».

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