Salerno: «Niente asporto per noi?
Si chiudano i self service»

Salerno: «Niente asporto per noi? Si chiudano i self service»
di Barbara Cangiano
Sabato 18 Dicembre 2021, 06:25 - Ultimo agg. 07:31
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Fatta l’ordinanza, si cerca la soluzione per “ritoccarla”. A chiedere una rivisitazione dei provvedimenti restrittivi voluti dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per i giorni clou delle festività natalizie, sono l’Acs, l’associazione commercianti per Salerno e la Confcommercio. I primi, attraverso Enrico Leone, hanno sollecitato l’assessore alle Attività produttive Alessandro Ferrara affinché le stesse limitazioni legate alla vendita di alcolici siano estese anche ad altre attività, oltre che ai locali:

«Chiediamo lo stop per self service, chioschi che non siano dotati di sedute e supermercati.

Non è una ripicca – precisa Leone – Ma una considerazione che nasce da quanto accaduto nei mesi scorsi. Anche in piena zona rossa, i vicoli e le piazze erano pieni di ragazzini che acquistavano bottiglie di birra, vino e superalcolici nei market e poi le bevevano in strada. Se ci deve essere una regolamentazione dettata dall’incremento dei contagi, allora che ci sia per tutte le categorie, affinché a farne le spese non siamo sempre e solo noi e soprattutto per dare un senso a questi provvedimenti che altrimenti rischiano di essere vanificati». Ferrara comprende le ragioni, ma è scettico: «Non si possono bloccare la attività. Quello che occorre sono i controlli e il buon senso. Mi rivolgo in particolare ai lavoratori dei supermercati: se alla cassa c’è una persona adulta che compra delle cose da bere per i giorni di festa è un conto, perché quella persona le porterà a casa e le consumerà li. Presumibilmente, invece, se ci troviamo di fronte a un diciottenne con tre bottiglie di Gin allora la situazione cambia. Comprendo le difficoltà di chi ha vissuto due anni complicatissimi dal punto di vista commerciale, ma proviamo a evitare polemiche e a concentrarci sul fatto che le Luci stanno portando realmente una boccata di ossigeno grazie a una buona presenza di turisti, come confermato da Federalberghi».



Confcommercio, invece, rivendica la possibilità di ampliare l’occupazione degli spazi esterni per bar e ristoranti. In una nota indirizzata a Ferrara e all’assessore alla Sicurezza e Trasparenza Claudio Tringali, il presidente provinciale Giuseppe Gagliano scrive: «Riteniamo che l’incremento dei posti a sedere all’aperto nei pubblici esercizi possa costituire un valido disincentivo al formarsi di assembramenti spontanei, oltre che un sostegno significativo ad imprese che stanno, tuttora, pesantemente scontando i riflessi economici della pandemia. Restiamo a disposizione per ogni forma di approfondimento e di confronto, consapevoli dell’importanza di prevenire dei comportamenti che possano dar luogo alla diffusione dei contagi, ma considerando che bisogna, per quanto possibile, alleviare il disagio causato da un’ordinanza che è penalizzante assai per le attività, soprattutto per quelle - e sono tante, che non dispongono di sedute e lavorano soltanto con l’asporto». Sulla carta un’ottima idea, conviene Ferrara, ma difficile da applicare, se si considera che ci sono zone della città, come ad esempio il centro storico, dove da tempo è stato sfruttato ogni minimo angolo per ospitare sedie e tavolini. Intanto una buona notizia c’è: l’occupazione del suolo pubblico data in concessione gratuita, sarà prorogata fino alla fine di marzo in considerazione del prolungamento dello stato di emergenza. «L’amministrazione è sensibile e vicina ai problemi di tutti e comprendiamo che il momento che stiamo vivendo non è facile. Ma cerchiamo di essere propositivi e prudenti e di fare rete per vincere questa sfida», conclude l’assessore.

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