Pesticidi e capolarato a Nocera Superiore:
«Operai in fuga durante i controlli»

Pesticidi e capolarato a Nocera Superiore: «Operai in fuga durante i controlli»
di Nicola Sorrentino
Giovedì 10 Marzo 2022, 06:35 - Ultimo agg. 12:35
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Durante i controlli dell’Inps nell’azienda conserviera Attianese, a Nocera Superiore, i lavoratori fuggivano da uscite secondarie, sfruttando strade di campagna attigue all’autostrada Napoli-Salerno. È quanto emerge dall’inchiesta della Procura, che ha portato ai domiciliari Pasquale Attianese, amministratore dell’azienda e al divieto di dimora nei comuni di residenza D.M.A., socio e M.D.A., dipendente e collaboratore fidato del primo. Sullo sfondo ci sono accuse per aver corrotto un funzionario, rivelato segreti d’ufficio, commercializzato prodotti nocivi e sfruttato i dipendenti nel settore alimentare.

Proprio quest’ultimo aspetto viene analizzato dal sostituto Angelo Rubano nell’indagine, partita mesi fa dopo un sequestro di 800 tonnellate di concentrato di pomodoro di origine egiziana, «contenente pesticidi».

Il 28 maggio scorso, i carabinieri notarono 34 dipendenti lasciare l’azienda: alcuni si arrampicavano sui fusti di concentrato, disperdendosi nei campi. Tra quelli sentiti durante le indagini, c’è chi confermò la circostanza, spiegando di aver scavalcato un muro di cinta insieme ad altri per evitare i controlli dell’Inps. Le condizioni dei lavoratori, infatti, sarebbero state di vero sfruttamento. Assunti a nero, con paga inferiore rispetto a quella prevista dai contratti collettivi, accettavano per «bisogno e per aiutare le proprie famiglie». Durante i turni vi sarebbero state punizioni per chi si tratteneva più del dovuto in bagno. Ognuno di loro veniva osservato da telecamere. Lo stesso valeva per chi parlava al telefono. Condizioni di precarietà tali da spingere a cercare anche all’esterno altri lavoratori, come gli stranieri a Napoli, per svolgere turni serali. Circostanze confermate dai dipendenti agli inquirenti, che avrebbero lavorato persino senza dispositivi di protezione individuale. «Le dichiarazioni lasciavano emergere - dice il gip - lo stato di sudditanza che i lavoratori soffrivano nei confronti degli indagati, i quali utilizzavano il tramite di M.D.A. per chiedere degli anticipi sullo stipendio sempre negati da Pasquale Attianese». 

Nel valutare l’inchiesta, il gip scrive che «Pasquale Attianese è pronto a tutto pur di garantire la sua società, capace di corrompere un pubblico ufficiale, di sfruttare manodopera lavorativa pur di arrecare un vantaggio economico alla sua società. Sa bene che i suoi prodotti presentano dei valori non rispondenti a quelli legali, ne parla con i suoi dipendenti, lo sa perché riceve la mail con i risultati delle analisi dal laboratorio, lo sa perché invita P. , alla vigilia dell’ispezione, a preparare campioni su cui dovrà essere effettuato il prelievo. Permane il pericolo concreto che possa reiterare il reato, connesso al perdurare della posizione lavorativa rivestita». Analoghe considerazioni per gli altri due indagati. Venerdì i primi interrogatori. 

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