Salerno, processo lumaca per truffe e spaccio: verso la prescrizione dopo 10 anni

Giustizia lente, verso la prescrizione l'ennesimo processo a Salerno

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Viviana De Vita
Lunedì 13 Marzo 2023, 06:20 - Ultimo agg. 08:01
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Resta in piedi una sola accusa e, a difendersene, restano solo tre imputati. La prescrizione cancella quasi integralmente il maxi processo nato da due distinte inchieste dell’Antimafia che, alla fine del 2013, portarono a galla un giro di spaccio di droga, estorsioni e truffe alle compagnie assicurative nei picentini. Il processo, nato in seguito al rinvio a giudizio scattato nel 2015 a conclusione dell’udienza preliminare, perde continuamente nuovi pezzi.

Nel corso dell’ultima udienza davanti al collegio della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, il pm Francesco Rotondo ha rinunciato a tutti i suoi testi: sarebbe un’inutile perdita di tempo farli venire in aula a deporre poiché le accuse che i testimoni avrebbero dovuto confermare o confutare sono in via di prescrizione.

I giudici hanno così revocato la data della prossima udienza già fissata ad aprile; slitta tutto a settembre poiché a giugno interverrà la prescrizione anche sulle ultime pesanti accuse rimaste in piedi: associazione finalizzata alle truffe assicurative e associazione finalizzata allo spaccio di lieve entità a carico dei presunti promotori. Già prescritte le altre ipotesi di reato.

Si torna in aula direttamente il 26 settembre quando per gli oltre 40 imputati a giudizio, assistiti tra gli altri dagli avvocati Angelo Mancini, Enrico Tedesco, Viviana Grottola e Genserico Miniaci, sarà dichiarata l’estinzione del reato per avvenuta prescrizione. Si procede con il giudizio solo per Luciano Di Marco, Fortunato e Roberto Di Giovanni accusati di estorsione aggravata dall’articolo 7 in relazione alla vendita di un bar a Giffoni Valle Piana, l’unica ipotesi di reato che resta ancora in piedi.


Era la fine del 2013: il giro dei falsi incidenti, per i quali risultavano imputati anche gli avvocati Anna Vassallo, Rosario Novaco ed Elena Criscuolo, fu scoperto dalla Dda nel corso delle intercettazioni telefoniche su un vasto traffico di stupefacenti e sulle pratiche estorsive nei confronti di chi non saldava i debiti di acquisto. Dieci persone finirono agli arresti domiciliari mentre circa 50 furono indagati a piede libero. Con la richiesta di rinvio a giudizio il sostituto procuratore Rosa Volpe unificò i due rami dell’indagine chiedendo il processo per tutti i 67 indagati molti dei quali definirono la loro posizione in sede di udienza preliminare con il rito alternativo. Dei 67 imputati 21 rispondevano solo di favoreggiamento: molti erano clienti che si rifornivano di stupefacente dal gruppo e, individuati grazie alle intercettazioni, furono reticenti quando i carabinieri li convocarono in caserma.

Poi c’erano i coinvolti nell’affare delle truffe assicurative, ognuno con il suo ruolo nella predisposizione del raggiro. Secondo i magistrati i promotori dell’associazione a delinquere finalizzata alla truffa erano l’assicuratore Alfonso Boccalupo, Marco De Maio e Luciano Di Marco, questi ultimi due coinvolti in incidenti, in realtà mai avvenuti, accusati tutti di pianificare i falsi sinistri, fungere da intermediari nella gestione delle pratiche e tenere i collegamenti tra le parti coinvolte. Gli avvocati, poi, secondo le accuse preparavano le richieste di risarcimento.

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