Prof, 170 non vanno al Nord
«Rinunciamo allo stipendio»

Prof, 170 non vanno al Nord «Rinunciamo allo stipendio»
di ​Gianluca Sollazzo
Martedì 13 Settembre 2016, 07:45 - Ultimo agg. 11:56
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Rinunciano allo stipendio per tutto l’anno scolastico pur di non trasferirsi nelle scuole di mezzo centro nord. È raffica di aspettative senza retribuzione presentate da 170 insegnanti salernitani a pochi giorni dalla ripresa delle attività didattiche. Il passo indietro dei docenti con la valigia determinerà molte cattedre vacanti in regioni del nord già alle prese con vuoti in organico di insegnanti. 
Tramontando le speranze di trasferimento a Salerno e con residue possibilità di avvicinarsi con una assegnazione provvisoria a causa della carenza di disponibilità, molti docenti neo assunti al nord hanno deciso di restare a casa con i propri familiari. Nei prossimi giorni la scuola e le lezioni cominceranno senza di loro in cattedra. Negli ultimi cinque giorni sono già 170 i docenti originari di Salerno nei vari ordini di scuola che hanno pensato clamorosamente di non prestare servizio in scuole di mezza Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, distanti centinaia di chilometri da casa. Per non abbandonare la famiglia e non rimetterci in spese di affitto e sussistenza, sono state incardinate istanze alle presidenze di scuole del centro nord richieste di rinuncia allo stipendio nei prossimi mesi. È l’ultimo capitolo di una estate di fuoco che volge al termine al primo squillo della campanella di inizio anno scolastico. «Le rinunce allo stipendio dei docenti avranno ricadute gravi sul tessuto socio economico salernitano e regionale», denunciano i sindacati della scuola. Sullo sfondo la diminuzione dei posti in deroga di sostegno disponibili per le assegnazioni temporanee dei docenti in servizio fuori provincia: si passa dai 612 sbloccati la settimana scorsa a 539. 
Rifiutate le cattedre al nord per troppe spese. C’è chi ha chiesto da pochi giorni di non lavorare nei prossimi sei mesi. Chi ha deciso invece di restare fermo per almeno nove mesi. Si tratta di mamme, moglie neo assunte principalmente nella scuola elementare in regioni dal Lazio in su. Su 170 istanze presentate dai docenti salernitani, almeno 90 sono maestre di età compresa tra i 40 e i 55 anni. Troppo difficile trasferirsi al nord, restare un anno lontani da figli piccoli e da mariti. Il principale motivo è senza dubbio quello economico secondo i prof contrari al metodo applicato dal cervellone del Miur per l’attribuzione delle sedi. Ad intraprendere la strada dell’aspettativa senza retribuzione sono quasi tutti docenti che hanno preso servizio lo scorso 1 settembre nelle scuole di Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Toscana.
Si sono presentate regolarmente sul posto di lavoro per prendere parte ai primi collegi e conoscere i nuovi dirigenti scolastici. Ma a determinare le decisioni clamorose dei docenti sono state le spese esorbitanti degli ultimi dieci giorni. «Ho speso in una settimana circa quattrocento euro – spiega una insegnante di Salerno che ha preso servizio in Toscana – di questo passo lo stipendio se ne va solo per pagare fitto e pasti. Cosa mi resterebbe da mandare a mio marito a Salerno per le spese familiari?». 
Messi alle strette dalle spese di mantenimento e dopo aver sondato i prezzi per gli affitti da sostenere, molti insegnanti non hanno atteso le pubblicazioni delle assegnazioni provvisorie previste entro il 15 settembre per rinunciare al servizio nei prossimi mesi. Il 60% dei docenti richiedenti aspettativa per motivi familiari resterà a Salerno per 6 mesi come minimo, almeno per prendere altro tempo e posticipare il trasferimento al nord tra febbraio e marzo. Un’altra fetta di insegnanti (il 40%) ha pensato di chiedere l’aspettativa per nove mesi fino a maggio.
I docenti manterranno il posto a tempo indeterminato ma non percepiranno stipendio fino alla scadenza dei termini della aspettativa, con la speranza di poter strappare l’agognato trasferimento dal prossimo anno scolastico. «La rinuncia allo stipendio da parte dei docenti – spiega Anna Maria D’Angelo, segretario Uil scuola – produrrà danni al tessuto socio economico locale. Le spese per i docenti neo trasferiti superano i 700-800 euro al mese solo per affitto».
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