Salerno ospita Pupo per la Notte Bianca: qui ho scritto «Sarà perché ti amo»

Il cantante racconta il suo legame speciale con la città

Il cantante Pupo
Il cantante Pupo
di Maria Francesca Troisi
Sabato 8 Luglio 2023, 06:40 - Ultimo agg. 16:33
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Sarà Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, uno degli ospiti di punta della Notte Bianca, atteso in concerto a Pastena alle 23 di questa sera. Il popolare cantante e conduttore televisivo è attualmente in giro per il mondo con lo spettacolo «Su di noi... la nostra storia». Sulle nostre colonne si è raccontato tanto, trasmettendo vita, verità e persino rammarico. E soprattutto resilienza: dopo essere caduto, lui si è sempre rialzato. Sul palco di Piazza della Libertà porterà i suoi quasi 50 anni di carriera. «Ho cominciato nel ‘75, e sono più di 40 dall’incisione della canzone simbolo, “Su di noi”. Tanta roba, come dicono i ragazzi».

Cosa le evoca Salerno?
«Ho un legame speciale con la città, che ora racconto.

Un’esperienza molto intensa, vissuta con Donatella Milani (co-autrice di Su di noi), in un hotel della zona, che m’ispirò il brano per I ricchi e poveri, “Sarà perché ti amo”».

Che aneddoto.
«Vero? A maggior ragione torno sempre volentieri, e per l’occasione andrò a trovare anche il mio caro amico Pino D’Angiò».

Se fosse messo alle strette e dovesse scegliere tra musica e televisione?
«La musica, senza pensarci due volte; credo che la mia dote migliore sia quella di compositore pop, cosa che non è ancora arrivata ai più».

Si sente sottovalutato?
«Mi ha rubato le parole di bocca. Non sono frustrato, sia chiaro. Forse soffro di un forte complesso di superiorità, che mi ha salvato (ride, nda). È vero però che la critica non mi ha mai riconosciuto il pieno valore».


In Russia è più famoso dei Måneskin.
«Amo la Russia dai tempi di Brežnev; ci ho investito tanta energia, anche di conoscenza. A proposito di Måneskin, sono stato in Lettonia per un festival e loro erano appena passati, raccogliendo un successo incredibile. Mi piacciono i giovani che si danno da fare».
È stato al centro di un’accesa polemica per il ruolo di giudice in un festival, detto «Sanremo russo».

L’aveva criticata anche Al Bano.
«Con lui ho chiarito, anzi mi ha chiesto pure scusa. Alla fine ho rifiutato, non per le polemiche, ma per le minacce di boicottaggio professionale. Mi è dispiaciuto essere accusato di propaganda, ma al contrario non vale?».

Dica la verità, nella polemica ci sguazza, come per quella lettera affidata a Dagospia in cui si paragonava a Impagnatiello (assassino di Giulia Tramontano, nda).
«Con (Roberto) D’Agostino collaboro da tempo, sono uno dei suoi giornalisti preferiti. Succede che quando leggo la versione di questo squilibrato, incapace di tenere due relazioni in piedi contemporaneamente, sussulto. Sarà mica l’unico, vedi me. Quindi aggiungo quanto sia necessario occuparsi di questi ragazzi, indagare sulle dinamiche che li portano a certi gesti. La lettera era una riflessione approfondita, con una punta di ironia, questo è. Poi se volete strumentalizzare...».

Scartata (per ora) la tv, reality inclusi?
«Quello è proprio un mondo che non mi appartiene, anche se ho partecipato in altre vesti alla “Fattoria” (inviato) e “Grande Fratello Vip” (opinionista). Lo dico con franchezza, l’ho fatto per soldi, ma non lo rifarei. Ma neanche “Ballando con le stelle”, “Tale e quale show”, tutti programmi ripetitivi e noiosi».

A livello lavorativo, chi l’ha deluso di più? 
«Per fortuna ho una tale velocità di rimozione che mi dimentico. Ci sono persone che non mi sono simpatiche, questo sì. Per esempio, non guarderei mai una trasmissione condotta da Flavio Insinna, che è un falso modesto».

A Sanremo tornerebbe?
«In un’altra veste, sicuramente. Il prossimo è l’ultimo di Amadeus, dopodiché mi candiderò a direttore artistico e conduttore». 

E in gara?
«A 80 anni, probabilmente».

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