Rapine in due locali, dal carcere ai domiciliari il figlio del killer di Simonetta Lamberti

Alessandro Pignataro
Alessandro Pignataro
di ​Nicola Sorrentino
Mercoledì 27 Gennaio 2016, 13:21
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NOCERA INFERIORE - Dal carcere ai domiciliari: è la pronuncia del Riesame di Salerno per Alessandro Pignataro, Adriano Di Cicco e Gennaro Giordano. Il tribunale, su istanza del legale Gregorio Sorrento, ha applicato la misura alternativa per i tre giovani, in carcere dal 5 gennaio perché accusati di aver rapinato due attività commerciali.

I giudici hanno ritenuto la misura del carcere estremamente restrittiva, preferendo quella ai domiciliari, vista l’impossibilità di reiterare il reato. L’inchiesta del pm Daria Cioncada contestava ai nocerini due rapine a danno di attività commerciali, una sala scommesse e un bar, con un bottino complessivo di 3500 euro. Le rapine furono commesse il 14 e 15 novembre scorso. Tra i tre, figura Alessandro Pignataro, figlio dell’ex sicario del gruppo di fuoco di Raffaele Cutolo, Antonio, auto accusatosi dell’omicidio di Simonetta Lamberti. Gli investigatori risalirono alle loro identità grazie ad intercettazioni ambientali in carcere (dove i tre erano finiti con l’accusa di detenzione abusiva di arma) e la compatibilità di alcuni vestiti sequestrati. Di Cicco e Giordano sono già interessati da precedenti (il primo ha una condanna per rapina in territorio emiliano, mentre il secondo ha un precedente legato alla droga), mentre risulta incensurato Alessandro Pignataro.

Quest’ultimo, fu però denunciato qualche mese fa a Battipaglia, quando in compagnia di altre due persone tentò di rubare pneumatici da un’automobile parcheggiata. L’episodio che permise alla procura di indagare sulle due rapine risale alla metà di novembre, quando i tre nocerini furono beccati dai carabinieri al confine tra Cava de’ Tirreni e Nocera Superiore. A insospettirli, i movimenti di una Renault New Tingo di colore nero, sulla quale viaggiavano i tre. L’auto aveva la targa contraffatta da nastro isolante ed effettuò diverse inversioni di marcia ritenute sospette. Una volta fermati, i carabinieri rinvennero dentro l’auto tre pistole clandestine con colpo in canna, due passamontagna e un paio di guanti. Intanto, la procura ha chiesto che i tre vengano processati con il rito immediato   
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