Precarietà, a teatro è tempo di riflessione

Al Ghirelli va in scena “Contractions/Contrazioni”, al Genovesi c'è “La stanza di Veronica”

“Contractions/Contrazioni” al teatro Ghirelli
“Contractions/Contrazioni” al teatro Ghirelli
di Claudia Bonasi
Venerdì 17 Marzo 2023, 07:33
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Ritornano al Ghirelli di Salerno gli appuntamenti teatrali di Casa del Contemporaneo. Domani (19) e domenica (20) andrà in scena Contractions/Contrazioni, di Mike Bartlett per la regia di Francesco Saponaro. Il dilemma che lo spettacolo affronta è: a cosa siamo disposti, fino a che limite possiamo spingerci pur di mantenere il lavoro che abbiamo o che vorremmo? In un ufficio di una multinazionale, a dare vita alle contrazioni', è il rapporto tra due donne, una vittima, l'altra carnefice. Nel corso di un'intervista la vittima è costretta dalla sua precarietà sottostare ai colpi della carnefice, che incarna il meccanismo mortificante dell'azienda, usando il potere con perversione.

Le attrici Valentina Acca e Federica Sandrini si confrontano su un terreno pericoloso per l'una, facile per l'altra, in cui l'amore, i sentimenti, devono essere banditi, pena la perdita del lavoro. «La precarietà è la nostra condizione esistenziale - osserva Saponaro - un meccanismo che costringe non solo noi, ma tutte le persone ad adattarsi.

Oggi, prestazione e competizione sfrenata sembrano essere i criteri fondamentali di giudizio sulle persone, criteri che connotano la condizione esistenziale di settori sempre più ampi della società nei quali spesso si determinano processi di individualizzazione, assenza di qualsiasi privacy, efficienza a tutti i costi, patologie, suicidi e in generale la sensazione di una sottrazione generalizzata del futuro».

Al Genovesi domenica (19), nuovo appuntamento con quattordicesimo Festival Nazionale Teatro XS Città di Salerno. La stanza di Veronica, un testo di Ira Levin, tradotto da Luigi Lunari, per la regia di Marco Lombardi. Presentato dalla compagnia fiorentina Giardini dell'Arte, con Margherita Tiesi, Laura Bozzi, Aldo Innocenti, Andrea Evangelisti e Matelda Giachi, la pièce racconta di Susan, una brillante ragazza americana al suo primo appuntamento in un ristorante con un giovane intrigante avvocato. I due conoscono una coppia di anziani - John e Maureen - che chiede alla ragazza di travestirsi per una sera da Veronica, la giovane figlia della famiglia presso cui lavorano, morta di tisi, per dare un po' di felicità agli ultimi giorni di Cissie, sorella maggiore della ragazza, malata di cancro. La ragazza accetta ma è coinvolta in una serie di eventi che condurranno ad un finale mozzafiato.

Al Delle Arti domenica debutta (ore 11, 17 e 19.15) il musical Il Principe d'Egitto, una produzione della Compagnia dell'arte, che presenta al pubblico una storia biblica trasformata in un avvincente spettacolo per tutta la famiglia, che chiude la rassegna di favole C'era una volta 11; regia e adattamento di Antonello Ronga, scene di Francesco Sommaripa e coreografie del Professional Ballett di Fortuna Capasso e Davide Raimondo. Al Teatro Nuovo domani (21) e domenica (18.30), sul palco sarà la volta di Ciro Ceruti in Vita da attore - Shit Life 2.0 scritto e diretto dallo stesso Ceruti, in scena - tra gli altri - con Giovanni Allocca e Paco De Rosa. Al Piccolo teatro del Giullare, domani alle 20 la Toy Company di Gianni D'Amato porta in scena Revolution: Shakespeare, c'è chi lo ama e chi lo detesta, ma accadrebbe se i giovani protagonisti delle sue tragedie si trovassero tutti riuniti, amici ma in fazioni opposte di una guerra del mondo contemporaneo?

All'Arbostella domani (21.15) e domenica (19.15) la comicità della compagnia battipagliese Avalon Teatro ritorna in scena con Tressette con il morto di e con Gerry Petrosino, per la regia di Gaetano Troiano: un cadavere che resuscita, strozzini in agguato e la non accettazione del suicidio di un fratello consentono un confronto amaro e divertente con i temi del gioco d'azzardo e dell'usura. Al Mascheranova di Pontecagnano chiude domenica (19) la rassegna Assolo con Senza, di e con Matteo Pecorini, una produzione KanterStrasse, in cui senza è una condizione, uno stato di cose, che può durare a lungo o essere breve, ma senza è anche la vita degli uomini privati della libertà, obbligati alla chiusura, o la condizione di chi vive all'interno di una tana. La messa in scena nasce a partire dai testi di una persona che ha passato la propria vita all'interno di una struttura sanitaria e che ha vissuto indirettamente, ma partecipandovi emotivamente, le grandi questioni sociali che dagli anni '60 del secolo scorso giungono fino ai giorni nostri.
 

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