Intervista esclusiva all'arcivescovo Bellandi: «Salerno, pregi e difetti»

Il presule si prepara a visitare tutte le 163 parrocchie della Diocesi

L'arcivescovo Andrea Bellandi mentre saluta la folla durante la festività di San Matteo
L'arcivescovo Andrea Bellandi mentre saluta la folla durante la festività di San Matteo
di Giuseppe Pecorelli
Domenica 19 Marzo 2023, 10:24 - Ultimo agg. 14:53
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Gli eventi quaresimali, la preparazione della settimana santa, l’organizzazione della visita pastorale indetta lo scorso 22 febbraio e, poi, una quotidianità fatta di celebrazioni, incontri, telefonate, lettere, convegni, inaugurazioni, decisioni da prendere.

È un periodo di lavoro intenso per l’arcivescovo Andrea Bellandi che ci accoglie nel suo studio di Palazzo arcivescovile, a via Roberto il Guiscardo.

Eccellenza, la sua visita alle comunità parrocchiali diocesane, 163 in tutto, avrà inizio a settembre. È un passaggio importante per un vescovo, uno strumento anche per incontrare e conoscere le persone nei luoghi in cui vivono. Lei ha spiegato che la visita avrà un carattere «sinodale». Come le altre Chiese particolari nel mondo, l’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno ha da tempo intrapreso questo cammino e darà così il suo contributo al Sinodo che si celebrerà, con Papa Francesco, nell’ottobre di quest’anno e del 2024. Ma il Sinodo riuscirà a riportare ad una vita di fede chi oggi è lontano dalla Chiesa?

«Questa è la sfida. È anche per questo che vorrei che la mia visita pastorale alle parrocchie fosse preceduta da un lavoro di ascolto e riflessione che coinvolga non solo sacerdoti e religiosi, ma soprattutto i laici, guidati dalle domande che il cammino sinodale ci offre. La visita pastorale vorrebbe far sì che, nelle parrocchie, si attivasse più concretamente lo slancio verso le persone più lontane. Si potrebbe pensare di proporre incontri con il vescovo o, un’altra ipotesi, di distribuire a tutti un questionario sull’essere Chiesa. Certo non abbiamo ricette preconfezionate e dobbiamo riflettere su quali itinerari percorrere. Stiamo pensando in questi giorni alle modalità della visita».

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Sono molte le donne alle quali lei ha assegnato importanti incarichi diocesani. Un giorno, forse, non lo sottolineeremo nemmeno e si sarà raggiunta un’autentica parità. Quali sono le ragioni della scelta? Incide quest’aspetto del magistero di Papa Francesco? 
«In realtà è un orientamento che in me ha origine nell’attività pastorale e didattica a Firenze. In parrocchia e nel lavoro con gli studenti universitari la presenza femminile è stata arricchente e incisiva. Ho scoperto, nel contributo delle donne, sensibilità e originalità. Qui a Salerno ho cercato il contributo femminile in organi di direzione così come, in associazioni e movimenti, spesso la guida è delle donne, il cui coinvolgimento è stato più volte auspicato da Papa Francesco. Questo orientamento ha incontrato pienamente il magistero del Santo Padre. È evidente che, per anni, gli uomini abbiano monopolizzato certi ruoli di ministero non ordinato».
Di recente monsignor Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, ha annunciato la sospensione della partecipazione di padrini e madrine nella celebrazione dei battesimi. In Italia non è il primo vescovo a far questa scelta e anche la Cei sembra orientata ad avviare una riflessione in proposito. Qual è la sua idea?
«Ne abbiamo parlato sia nel consiglio presbiterale sia negli incontri con i vicari episcopali. È vero che spesso sono privilegiati aspetti che nulla hanno a che vedere con la fede: basti pensare a chi chiede il sacramento della cresima solo per fare da padrino o madrina. Il sacramento è visto in funzione di altro. I disagi ci sono e comprendo le posizioni di alcuni vescovi, ma penso che anche il chiedere di diventare padrino o madrina possa diventare occasione per avere uno spazio d’incontro e per presentare una proposta di fede. Per il resto credo che, sulla sospensione, sia opportuna una decisione della Cei, valida per tutte le diocesi italiane».
La Chiesa ha bisogno di operai. Come va il seminario metropolitano e, nell’arcidiocesi, qual è l’andamento delle nuove vocazioni?
«I numeri, rispetto a venti anni fa, sono diversi, ma grazie a Dio, a Salerno-Campagna-Acerno, ma direi in tutto il Meridione, non mancano giovani che scelgono di entrare in seminario. Quasi sempre, peraltro, chi comincia questo cammino arriva alla fine del percorso».
La Chiesa celebra i dieci anni di pontificato di Papa Francesco. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, lo ha definito «un Papa amato dai laici, meno dai chierici». E ha aggiunto: «Proprio come Gesù». Condivide questo pensiero? E, le chiedo, ha avuto modo di incontrare e magari di invitare nuovamente il Santo Padre a Salerno?
«Papa Francesco ha compreso, prima di altri, che ci troviamo in un momento storico particolare e che la Chiesa non potesse più riproporre schemi di pastorale che andavano bene fino a quarant’anni fa. C’è da ripensare ad una evangelizzazione che coinvolga la Chiesa sui grandi temi dell’umanità - la povertà, l’immigrazione, l’ecologia, la pace - sui quali occorre entrare portando la luce del Vangelo. Il Papa sta inoltre sempre di più allargando l’attenzione della Chiesa in un mondo, nel quale l’Occidente non è più cuore del cristianesimo. La linfa vitale viene dall’Africa, dall’Asia, dall’America del Sud. Alla “de-occidentalizzazione” si accompagna la “de-clericalizzazione”, che non vuol dire rinuncia al ministero ordinato. Ecco, in questo senso, il ruolo maggiore dato ai laici e alle donne. Non ho novità sulla visita di Papa Francesco a Salerno, ma al primo incontro che avrò con lui gli ricorderò che con San Matteo ha un legame speciale».
Ha spesso esortato i giovani a guardare la realtà come un’occasione di crescita. Non è però semplice: difficoltà a trovare un lavoro, a raggiungere le necessarie sicurezze per sposarsi, fare figli. 
«Sì, ma nelle difficoltà quello che più conta sono i legami sia con adulti che danno sicurezza, ai quali guardare come riferimento, sia con i coetanei.

I problemi non si superano mai da soli, magari pensando di fuggire isolandosi su un social network». 

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Sono trascorsi quasi quattro anni da quando papa Francesco la nominò arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno e ormai conosce a fondo la nostra realtà. Quali, dalla sua prospettiva di pastore, sono i punti di forza della città e quali invece le fragilità, gli aspetti negativi, in poche parole «le cose che non vanno»?
«Un aspetto bello della nostra gente è l’innata capacità di sperare e di ripartire. Ho visto tante persone che non mollano malgrado problemi gravi. E poi l’animo tendenzialmente capace di slanci di generosità: lo abbiamo visto nell’aiuto dato alla popolazione ucraina, ma anche nella prontezza con la quale si risponde subito agli appelli della Caritas diocesana. Vedo, d’altra parte, la difficoltà a collaborare e fare rete, una certa rivendicazione di ruoli, di primogeniture che alla fine non costruiscono. E lo dico io che vengo da Firenze: anche quello fiorentino è un popolo individualista».
Ci saranno sicuramente giorni in cui anche lei sente la stanchezza, la fragilità, la delusione. Ci sono stati momenti nei quali ha pensato: ma chi me lo ha fatto fare?
«No no. Più che altro, qualche volta, penso a cosa sia venuto in mente a nostro Signore. Scherzo. A volte, nelle giornate faticose, medito sul fatto che insegnare fosse più facile e piacevole, ma sono convinto che quella ad essere vescovo sia una vocazione, una chiamata che viene dal Signore».
Le manca Firenze?
«Mi mancano le colline toscane, ma devo dire di aver scoperto la compagnia grande del mare. Ci dona uno sguardo sull’infinito e sull’assoluto». 
A proposito di Firenze, oggi la Salernitana è allenata da Paulo Sousa, che ha guidato la sua Fiorentina per due stagioni. Come giudica questa scelta? 
«Di sicuro è un tecnico che sa far giocare bene le sue squadre. Qui però si tratta non solo di far giocare bene la Salernitana, ma anche di far sì che il gioco sia fruttuoso. È alla prima esperienza come tecnico di una squadra che lotta per conservare la categoria, ma i segnali iniziali sono molto positivi».

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