Salerno, costrinse una 19enne a prostituirsi ricattandola con il figlio: condannato a 13 anni

L'uomo, uno straniero, è stato riconosciuto per la seconda volta colpevole anche dai giudici di secondo grado

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Angela Trocini
Martedì 13 Febbraio 2024, 06:10
3 Minuti di Lettura

È stato condannato a 13 anni di reclusione per riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e lesioni aggravate Adrian Budi che per un mese e mezzo (da metà di febbraio ad inizio aprile 2021) costrinse una 19enne romena a prostituirsi. Ieri i giudici della Corte di assise di appello di Salerno hanno confermato il verdetto che era stato emesso in primo grado nei confronti del rom che, secondo le accuse, avrebbe minacciato la vittima (che, attraverso l’avvocatessa Claudia Pecoraro, era parte civile nel processo) di far del male al figlioletto di appena due anni (il piccolo era tenuto in ostaggio da una familiare dell’imputato). La giovane, secondo quanto raccontato dalla stessa, veniva picchiata quasi quotidianamente anche con l’utilizzo di mazze di legno tanto che quando riuscì a fuggire e chiedere aiuto aveva due costole incrinate, un occhio tumefatto e lividi su tutto il corpo. A soccorrerla, alla vigilia di Pasqua 2021, fu una donna che vide la giovanescappare nuda per strada e chiedere aiuto: la vittima, poi, raccontò alle forze dell’ordine di aver compreso che Budi poteva anche ammazzarla. Indicò il nome dell’aguzzino ed anche i luoghi da lui frequentati tanto che venne arrestato poco dopo (in suo possesso vennero trovati anche i documenti della giovane vittima, a dimostrazione del controllo che l’uomo esercitava sulla donna). La 19enne, che aveva lasciato la Romania con il miraggio di un lavoro onesto per poter mantenere il figlioletto, una volta arrivata a Salerno, fu costretta all’accattonaggio e alla prostituzione tra piazza della Concordia e Torrione. A procurargli i clienti (quasi tutti anziani), come ricostruito sia dal pg che nell’arringa del difensore di parte civile, era lo stesso Budi o una conoscente di quest’ultimo: la 19enne, vittima dell’uomo, conosceva poche parole d’italiano tanto che uno dei clienti sentito durante le indagini come testimone affermò che mentre prendeva appuntamento con la prostituta sentì la voce di un uomo che suggeriva il luogo dell’incontro: «un tono di voce che mi impaurì» disse. La vittima fu escussa anche in incidente probatorio e raccontò cosa era stata costretta a subire affermando anche che, per la prima settimana, Budi si era comportato bene con lei: non l'aveva picchiava, ma trattata bene per poi cambiare ed iniziare a minacciarla di morte. Sia lei che il figlioletto.

Attualmente la ragazza è ritornata in Romania dove sta seguendo un percorso di sostegno mentre il figlio è stato affidato momentaneamente ad una famiglia dopo che il bimbo fu affettivamente trovato, nel corso di un blitz in un campo rom, a casa della cugina dell’imputato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA