Rimasta senza casa dopo il rogo, si incatena al Comune di Eboli

Ieri Patrizia Ciancio ha chiesto senza remore un nuovo alloggio in cui poter vivere con i figli che attualmente sono ospitati dai familiari

La donna incatenata
La donna incatenata
di Paolo Panaro
Martedì 13 Febbraio 2024, 07:00
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Donna si incatena al portone d'ingresso del Municipio di Eboli per ottenere un alloggio. La protesta di Patrizia Ciancio, ieri mattina, è durata pochi minuti fin quando sono giunti gli agenti della polizia municipale e gli assistenti sociali che hanno convinto la signora a trasferirsi in un centro di accoglienza alla periferia di Eboli. L'abitazione della donna, due mesi fa, è stata distrutta dalle fiamme durante un incendio che ha devastato un'intera palazzina nel rione Paterno dove un'anziana rimase intrappolata tra le fiamme morendo poco dopo, in ospedale.

L'abitazione in cui abitava Patrizia Ciancio, di proprietà dell'Acer, ex Iacp, è attualmente sotto sequestro ed è stata molto danneggiata dall'incendio. Ieri Patrizia Ciancio ha chiesto senza remore un nuovo alloggio in cui poter vivere con i figli che attualmente sono ospitati dai familiari. «Nelle ultime settimane ho vissuto in auto - ha detto Patrizia Ciancio mentre era incatenata al portone del Municipio - i miei figli sono dai nonni. Protesto per avere una casa, quelle messe a disposizione dall'Acer sono occupate. Vorrei che questa vicenda si chiarisca al più presto». Al Municipioieri mattina sono giunti i carabinieri che, oltre a tranquillizzare la donna, assieme a vigili urbani dovranno chiarire altri aspetti della vicenda tenuto conto che Patrizia Ciancio sostiene che le abitazioni che metterebbe a disposizione l'Acer sono già occupate da chi non ne avrebbe titolo. Circostanze che dovranno appurare le forze dell'ordine e che potrebbero diventare oggetto d'indagine. Se davvero le case sono occupate illegalmente bisognerà sgomberarle ed ha assegnarle a chi ne ha diritto.

Nel frattempo, Patrizia Ciancio ha raggiunto il centro di accoglienza che dovrebbe ospitarla fino a quando non verrà trovata un'altra soluzione abitativa. Intanto, in una nota stampa del Comune di Eboli è stato ribadito che l'ente è in attesa dei provvedimenti dell'Acer e che è stato già chiesto il dissequestro dell'abitazione distrutta dalle fiamme in cui abitava la signora Ciancio. Nella nota del Comune viene ribadito anche che alla signora Ciancio, subito dopo l'incendio, è stato proposto il trasferimento in una casa famiglia ma la donna aveva rifiutato sperando di poter rientrare a breve nell’abitazione distrutta dal rogo.

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Intanto, ieri pomeriggio i vigili urbani hanno avviato accertamenti riguardanti segnalazioni di case che potrebbero essere state occupate abusivamente, fenomeno che purtroppo ad Eboli è diffuso da tempo. 
 

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