Ritardava le notifiche di atti giudiziari in cambio di soldi e auto, ma anche di una vacanza in Sicilia, con tutta la famiglia. Il gip del tribunale di Nocera Inferiore ha sospeso per sei mesi, dalla professione, un ufficiale giudiziario dell’ufficio Unep. Sullo sfondo c’è l’indagine del pm Anna Chiara Fasano, con il lavoro di riscontro su ogni singolo atto svolto dall’allora luogotenente dei carabinieri Alberto Mancusi. Ad incastrare l’indagato, R.F.M. accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, è il pentito di Cava de’ Tirreni, Giovanni Sorrentino, già noto per aver svelato particolari e circostanze sul cosiddetto «clan Zullo».
Durante uno dei suoi interrogatori all’Antimafia, Sorrentino svelò del suo rapporto con R.F.M. A quel punto il fascicolo passò a Nocera, per competenza territoriale. I fatti risalgono al mese di maggio 2017, a Cava, dove l’uomo lavorava presso la sede distaccata. Stando alle accuse, il funzionario avrebbe ricevuto da Sorrentino un telefono marca Huawei insieme ad altri cellulari e tablet, una vacanza per tutta la famiglia presso un villaggio Valtur in Sicilia, il noleggio di una monovolume Wolkswagen e di una Jaguar, 1000 euro in contanti e la promessa di cessione di una Fiat Panda. Quest’ultima circostanza non si concretizzò, perché Sorrentino fu poi arrestato dietro ordine della Dda di Salerno. In cambio, l’indagato avrebbe «abusato delle sue qualità e dei suoi poteri» provocando ritardi e omissioni (invalidando così le notifiche) di alcuni atti giudiziari.