Salerno, quando Bianco sparò contro il Mulino Urbano era capace di intendere e volere

Bianco jr quando sparò al Mulino Urbano di Salerno era capace di intendere volere nonostante gli atti di autolesionismo in carcere

La vetrata dle Mulino Urbano rotta dagli spari
La vetrata dle Mulino Urbano rotta dagli spari
di Angela Trocini
Martedì 11 Luglio 2023, 06:47
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Roberto Bianco junior è capace sia di intendere e volere (al momento dei fatti) sia di stare in giudizio. È la conclusione a cui è giunto il perito Bartoli nella consulenza psichiatrica, depositata al gup Piero Indinnimeo davanti al quale si sta celebrando l’abbreviato condizionato, riconoscendo però all’imputato la patologia di schizofrenia paranoide. In seguito al deposito della consulenzagli avvocati Silverio Sica ed Armando Melillo, all’udienza di ieri, hanno chiesto un termine a difesa per controdedurre ed organizzare un controesame (il perito di parte, nominato dai difensori di Bianco, è il dottor Zarrillo): rinvio concesso alla prossima settimana quando sono previste anche le discussioni e la sentenza. Roberto Bianco junior è finito in carcere a dicembre 2022, nell’immediatezza dei colpi di pistola esplosi contro la vetrina del Mulino Urbano a piazza Malta (fu trovato dai carabinieri in possesso di una Kimber calibro 45, completa di caricatore e con il colpo in canna), per poi essere destinatario di una misura cautelare (a marzo scorso) per detenzione e porto abusivo di armi da sparo sempre per l’episodio avvenuto alcuni mesi prima, avendo le indagini confermato la sua responsabilità insieme ad un minore per il quale si procede separatamente.

E il gip Valeria Campanile, nel tratteggiare la personalità del Bianco, lo definì di «indole violenta e spregiudicata, con una personalità negativa che, se lasciato libero di agire, poteva reiterare analoghe condotte criminose».

E la perizia psichiatrica (richiesta dalla difesa, quale presupposto per l’abbreviato, e concessa dal gip) è stata disposta in quanto, da quando è detenuto in carcere, Bianco junior ha commesso una serie di atti autolesionisti come ingerire viti, bulloni, lamette; ha anche provocato risse con altri detenuti, distrutto arredi della cella e incendiato un accappatoio.

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