Lo smog potrebbe aumentare il rischio di infezione da Covid-19 nei giovani. Lo sostiene studio del Karolinska Institutet di Stoccolma pubblicato sulla rivista Jama Network Open. La ricerca è stata condotta su oltre 4000 giovani di età media 26 anni, tutti nati a Stoccolma, di cui 425 risultati positivi al Covid tra maggio 2020 e marzo 2021.
C'è un legame tra inquinamento e positività
Gli esperti hanno misurato i livelli di polveri sottili (particolato fine PM10 e PM2,5) all'indirizzo di residenza di ciascuno sia in un giorno qualunque sia nei giorni a ridosso del tampone positivo. È così emersa una chiara associazione tra aumento delle concentrazioni di particolato fine e positività al Covid: precisamente l'aumento delle polveri sottili si registra in media due giorni prima il tampone positivo.
In aree inquinate malattie respiratorie più frequenti
«I nostri risultati si vanno ad aggiungere a una mole crescente di evidenze scientifiche secondo cui l'inquinamento dell'aria ha un ruolo importante nel Covid-19 e sono a sostegno del potenziale beneficio del miglioramento della qualità dell'aria», ha riferito l'autore del lavoro Olena Gruzieva.