Alzheimer, scoperto l'anticorpo che rallenta la progressione della malattia: un anti-amiloide

Alzheimer, scoperto l'anticorpo che rallenta la progressione della malattia: un anti-amiloide
Alzheimer, scoperto l'anticorpo che rallenta la progressione della malattia: un anti-amiloide
Martedì 15 Giugno 2021, 10:21 - Ultimo agg. 16 Giugno, 10:32
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È svolta nella ricerca dell'Alzheimer. «L'approvazione accelerata» da parte dell'americana Fda al primo farmaco ritenuto in grado di agire sulle cause dell' Alzheimer «è stata concessa basandosi sulla riduzione di amiloide nel cervello per effetto di aducanumab. Un effetto che può ragionevolmente prevedere un beneficio clinico, in questo caso il rallentamento della progressione della malattia». Lo sottolinea Neurimmune, l'azienda svizzera che ha scoperto l'anticorpo autorizzato ieri dall'agenzia del farmaco Usa. «L'approvazione aducanumab per il morbo di Alzheimer è una svolta storica per i pazienti, le famiglie e la società», afferma John Growdon, professore di neurologia alla Harvard Medical School e consulente clinico senior di Neurimmune.

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Il morbo di Alzheimer, la principale causa di demenza negli anziani - ricorda la società in una nota - è caratterizzato da un accumulo decennale nel cervello di una proteina nota come amiloide, che può danneggiare le cellule nervose con conseguenti deficit progressivi di memoria, apprendimento, orientamento nello spazio e nel tempo, linguaggio e pianificazione ponderata. L'amiloide è facilmente rilevabile nei cervelli colpiti dalla malattia e la sua rimozione è uno degli obiettivi terapeutici nella malattia di Alzheimer, evidenzia Neurimmune. Aducanumab agisce proprio rimuovendo l'amiloide dal cervello. Si tratta di un anticorpo monoclonale umano scoperto con la tecnologia basata sulla Reverse Translational Medicine* di Neurimmune, e concesso in licenza all'americana Biogen che lo ha sviluppato insieme alla giapponese Eisai.

La ricerca di Neurimmune, in collaborazione con l'università di Zurigo - spiega l'azienda - ha portato all'identificazione di anticorpi protettivi anti-amiloide in persone anziane sane e in pazienti con demenza con lenta progressione. Questi anticorpi hanno legato l'amiloide cerebrale nei tessuti dei pazienti. L'analisi degli anticorpi ha portato alla scoperta di aducanumab. Dopo la somministrazione endovenosa, il farmaco attraversa la barriera emato-encefalica, si lega all'amiloide cerebrale e lo rimuove con l'aiuto del sistema immunitario.

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«I dati scientifici di 3 studi clinici separati - riferisce Roger Nitsch, Ceo di Neurimmune - mostrano inequivocabilmente che l'attività biologica di aducanumab ha rimosso l'amiloide dal cervello di pazienti con il morbo di Alzheimer». E «sulla base della nostre conoscenze, per rallentare la progressione della malattia è necessaria una rimozione sostanziale di amiloide. La nostra eccellente collaborazione della durata di 14 anni con Biogen è riuscita a portare questa nuova opzione di trattamento ai pazienti e ai loro medici», aggiunge l'amministratore delegato. Negli studi clinici - prosegue la nota - Biogen ha dimostrato che aducanumab ha ridotto l'amiloide cerebrale in maniera dose-tempo- dipendenti. L'amiloide è stata ridotta dal 59 al 71% a 18 mesi di trattamento. «La scoperta e lo sviluppo di aducanumab è stato un viaggio affascinante», rimarca Growdon: «Da un piccolo team di scienziati che sperimentavano in un laboratorio universitario, alla creazione di una startup biotech, alle collaborazioni globali con partner farmaceutici appassionati e ricercatori clinici».

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