Napoli, al Policlinico Federico II l’open day dedicato alla salute mentale

L'intervista alla psichiatra Fausta Micanti e alla neuropsichiatra infantile Maria Pia Riccio

La dottoressa Maria Pia Riccio
La dottoressa Maria Pia Riccio
di Lorianna Della Pia
Martedì 10 Ottobre 2023, 14:28 - Ultimo agg. 20:58
4 Minuti di Lettura

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, presso il Policlinico Federico II di Napoli si terrà oggi l’Open day dedicato alla salute mentale, un’iniziativa nata per sensibilizzare i più sull’importanza della diagnosi precoce, sfidando pregiudizi e paure legate ai disturbi mentali.

Colloqui con psicologi e psichiatri, convegni sui disturbi alimentari più diffusi, proiezione di corti sui temi del benessere psicologico sono solo alcuni dei tanti servizi gratuiti offerti dal Policlinico per l’occasione.

A prendere parte all’evento anche la dottoressa Fausta Micanti dell’UOC Psichiatria e Piscologia, e Maria Pia Riccio, neuropsichiatra infantile, che hanno rilasciato al Mattino un’intervista con focus sui disturbi del comportamento alimentare, approfondendo in particolare temi quali l’obesità e il binge eating disorder, raramente diagnosticato e poco conosciuto.

Proprio sul Binge eating disorder, caratterizzato da episodi di abbuffate incontrallate accompagnate da sensi colpa, si è espressa la dottoressa Fausta Micanti.

La psichiatra ha spiegato come dallo stigma che grava sull’obesità nascano valutazioni sbagliate, che rendono difficile diagnosticare il binge eating, e portano a considerare l’obesità solo come un disturbo alimentare, ma esso è anche un disturbo comportamentale: «Obeso è considerato chi mangia molto, ma nessuno si preoccupa di indagare su come mangia molto. Dietro l’obesità c’è un universo di disturbi anche affettivi, sociali, non si tratta solo di abitudini alimentari. Quindi si dovrebbe parlare non solo di educazione alimentare, ma anche comportamentale», dichiara Micanti. La dottoressa non ha infatti mancato di evidenziare come nella cura dell’obesità sia fondamentale il lavoro sinergico tra psichiatra e psicoterapeuta, il lavoro di un team che aiuti il paziente su diversi fronti.

Punto di vista questo, condiviso anche da Maria Pia Riccio, neuropsichiatra infantile, che ha posto l’accento sulla natura multifattoriale dell’obesità, causata, tanto negli adulti quanto nei bambini e negli adolescenti, da problematiche di varia natura: psicologiche, sociali e anche economiche:«Il benessere mentale è strettamente collegato al benessere fisico. L’obesità è anche un problema sociale. Pensiamo al crescente consumo del cosiddetto junk food specialmente tra gli adolescenti, o a come il fenomeno sia aumentato durante la pandemia quando ad essere colpite sono state proprio le relazioni sociali», osserva la neuropsichiatra, che fa luce anche sul ruolo giocato dall’aumento dei prezzi, un fenomeno che ha costretto molti a prediligere alimenti più economici, ma meno salutari.

Da non trascurare poi i fattori genetici, su cui ha richiamato l’attenzione Fausta Micanti: «Un altro aiuto è arrivato dalle malattie genetiche che hanno aperto la strada a una serie di studi sull’obesità e sulle cure farmacologiche o operazioni chirurigiche», precisa l’esperta.

Una volta individuate le cause, si può agire su quelle per curare, ma anche per prevenire. Entrambe le dottoresse hanno riconosciuto l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione a queste tematiche soprattutto durante l’età evolutiva, come evidenziato specialmente dalla dottoressa Riccio:« Noi neuropsichiatri infantili siamo avvantaggiati da questo punto di vista perché possiamo agire sul bambino, quindi molto precocemente».

Significativo in termini di prevenzione e educazione alimentare può essere il ruolo della scuola, importante luogo di sensibilizzazione ma che non può certo sostituirsi al luogo di cura:« A scuola si può fare prevenzione su alcuni aspetti con l'educazione alimentare, ma è importante sottolineare la differenza tra cura e prevenzione», la riflessione della Riccio.

Riflessione che ha trovato pienamente d’accordo anche Fausta Micanti. La dottoressa ha sottolineato come oggi i media abbiano una grande responsabilità da questo punto di vista:«Sono i media con i canali di comunicazione moderni, con il digitale a poter davvero sensibilizzare la popolazione su questi aspetti, ma dovrebbero farlo sempre e non solo in occasione delle giornate mondiali dedicate ai vari disturbi», conclude la psichiatra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA