Contro l’obesità meglio la fame o una app?

Nel 2035 la metà della popolazione sarà in sovrappeso: l'analisi del professor De Feo

Obesità
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Martedì 12 Marzo 2024, 16:44
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Sono passati pochi giorni dalla ricorrenza della Giornata Mondiale contro l’obesità, dove è emerso un dato preoccupante: nel 2035 la metà della popolazione sarà in sovrappeso e di questi la metà, circa 1 persona su 4, sarà addirittura obesa. L’obesità infantile poi mostra un incremento maggiore dell’obesità degli adulti. In Europa, dove poco meno del 30% dei bambini è in sovrappeso, l’Italia si distingue in senso negativo perché è al 4° posto con quasi il 40% dei bambini in sovrappeso.

«L’obeso si sa che è maggiormente predisposto a malattie serie come il Diabete Tipo 2, una volta detto Diabete dell’adulto ma che oggi si manifesta anche nei ragazzi proprio per colpa dell’obesità infantile, le malattie cardiovascolari, la steatosi epatica, l’insufficienza renale, la malattia delle apnee notturne, sindromi ansioso/depressive ed anche alcuni tumori. Ma essere predisposti all’obesità, che è oggi considerata una malattia, non è sempre stato un tratto genetico negativo, nel passato era estremamente vantaggioso e perciò si è tanto diffuso» racconta il professor Eugenio Maria De Feo, diabetologo di nota fama, esperto in Nuove Tecnologie e “Piede Diabetico”, lancia un allarme sulle cure del diabete in Campania.

«Il nostro corpo è una macchina sofisticata studiata per essere efficiente, cerca di far funzionare tutti gli organi ed i muscoli con il minor apporto energetico, pertanto in epoca di penuria energetica, guerre o carestie per fattori climatici, le persone geneticamente dotate di un metabolismo più efficiente sopravvivevano di più e si riproducevano con più probabilità. Oggi valutiamo diversamente questa efficienza perché il cibo non scarseggia ed anzi è più facile trovare nei negozi e consumare prodotti ad alta concentrazione energetica, i cosiddetti cibi ultra-processati quali zuccheri semplici, cereali raffinati e grassi animali rispetto ai cibi poco elaborati come le verdure, i cereali integrali e gli oli insaturi, quelli derivati da frutti/semi vegetali o pesci. Se si ha una tendenza ad ingrassare facilmente bisogna assolutamente cambiare le nostre abitudini alimentari riducendo le quantità di cibo ingerito e cercando di scegliere sempre più cibi a basso contenuto energetico, appunto quelli integrali poco processati» spiega De Feo.

«Affidarsi solo a diete drastiche, a bassissimo contenuto calorico, o a diete squilibrate, la chetogenica o l’iperproteica o simili, può sembrare la soluzione migliore ed in effetti danno dei risultati immediati ma sono inevitabilmente destinate a fallire se contemporaneamente non si avvia un cambiamento definitivo delle abitudini alimentari con l’aggiunta di un incremento dell’attività fisica. Le diete squilibrate si possono seguire solo per brevissimi periodi poi si ha un inevitabile deterioramento degli organi interni e dell’apparato muscolo-scheletrico, le diete ipocaloriche funzionano solo nei primi mesi poi il nostro organismo è in grado di mettere in atto una riduzione del metabolismo in modo da farsi bastare le poche calorie a disposizione e si riprendono tutti i chili. Seguire, per periodi prolungati, una dieta inferiore alle 800 Kcal. al giorno è considerato pericoloso, si consiglia non scendere sotto le 1000 Kcal. ma oggi, tra automobile, ascensori e lavoro di scrivania una persona con metabolismo mediamente efficiente riesce a stare bene anche con 1100-1200 Kcal.

Per superare questo problema bisogna affidarsi ad esperti della nutrizione che ci devono guidare con tanti piccoli espedienti e con piani alimentari di lunga durata, talvolta ricorrendo anche a farmaci non certo del tutto privi di rischi. Ma anche se abbiamo la sfortuna di essere geneticamente risparmiatori abbiamo una possibilità per “fregare” il nostro metabolismo senza ricorrere a farmaci o a trucchi particolari, quello di incrementare il lavoro muscolare. Contro il dispendio energetico muscolare il nostro fattore genetico non ha armi se non quella di indurci una pigrizia fisica e mentale».

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«Indubbiamente andare in palestra tutti i giorni o impegnarsi quotidianamente in lunghi percorsi a passo veloce o di corsa non è possibile per tutti, soprattutto poi se si è già obesi o anche solo anziani. In questi casi bisogna impegnarsi a cambiare tutti i giorni le nostre abitudini di vita, sembra sia più efficace un micro-dispendio energetico ripetuto più volte al giorno tutti i giorni, tipo fare le scale a piedi più non prendere l’auto o parcheggiarla distante dal posto da raggiungere o anche accompagnare il cane a fare i bisogni, che andare in palestra o giocare a tennis una o due volte la settimana».

«Ad avvalorare quanto detto è stato da poco pubblicato un simpatico lavoro sul Journal of the American Heart Association e condotto presso la University of California San Diego durato 8 anni e che ha riguardato circa 6500 donne anziane di età fra 63 e 99 anni abituate a passare molte ore sedute. Si è visto che le donne che stavano sedute di più (in media 11,6 ore al giorno) rispetto a quelle che stavano sedute un po' meno (in media 9,2 ore) hanno un rischio maggiore del 57% di morte per tutte le cause e del 78% maggiore di morte per malattie cardiovascolari; il vantaggio maggiore era per quelle donne che si alzavano almeno ogni 15 min. anche se per fare solo pochi passi nella stanza, un simile atteggiamento era più vantaggioso anche rispetto alle donne che facevano una lunga passeggiata una volta al giorno ma poi passavano le altre ore stabilmente sedute. Il suggerimento che emerge da questo studio è che anche persone pigre o costrette alla sedentarietà possono avere enormi benefici alzandosi in piedi ogni 15-20 min anche se poi rimangono in casa e si risiedono dopo poco. Spero che qualcuno, metta a punto una APP telefonica o un grazioso strumento applicabile negli slip delle persone sedentarie che dia una fastidiosa vibrazione ogni 15-20 min. finchè non ci si alza in piedi» conclude De Feo. 

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