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SILVIO BERLUSCONI

Riforma della giustizia, cosa cambia: freno alla custodia cautelare e alla divulgazione sulla stampa delle conversazioni private

di Valentina Errante
Giovedì 15 Giugno 2023, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 01:26 | 2 Minuti di Lettura
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Riforma della giustizia, cosa cambia: freno alla custodia cautelare e alla divulgazione sulla stampa delle conversazioni private

È nel nome di Berlusconi e, quasi per coincidenza, viene approvata dal governo subito dopo la sua morte, la riforma della giustizia voluta da Carlo Nordio. Il primo tassello di quella che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrà essere un’ampia riforma ispirata al garantismo. La maggioranza è compatta, con la Lega che mette da parte le riserve sull’abolizione dell’abuso d’ufficio, in vista di una riforma complessiva dei reati contro la pubblica amministrazione. Il testo prevede la cancellazione dell’appello del pm contro le sentenze di assoluzione, tre giudici per disporre gli arresti in carcere, ma anche una stretta sulle intercettazioni sulle quali lo stesso Nordio in conferenza stampa annuncia che interverrà ancora, perché si è raggiunto un livello di «quasi imbarbarimento». Adesso le misure riguardano la pubblicazione delle intercettazioni. I sindaci, sia pure con sfumature diverse, plaudono all’intervento sull’abuso d’ufficio (e una parte di loro si intesta la vittoria).<QA0>


Dobbiamo intervenire sulle spese - dice il Guardasigilli in conferenza stampa dopo l’approvazione - perché le intercettazioni costano 200 milioni di euro l’anno e riguardano in gran parte reati di piccola entità e sono inutili, mentre dall’altro canto non abbiamo la possibilità di usare quella tecnologia ultramoderna e costosa che oggi usa la criminalità organizzata». E aggiunge: «Siamo intervenuti sulle intercettazioni, non come vorremmo ma come faremo, perché una radicale trasformazione del sistema, che ha raggiunto livelli quasi di imbarbarimento, presuppone una rivoluzione del codice di procedura penale. Siamo intervenuti nel settore più sensibile, dove era possibile intervenire in via di urgenza, per tutelare il terzo». Secondo Nordio si deve «limitare di molto sia per ragioni di spesa che per ragioni di riservatezza la marea di intercettazioni per reati piccoli» mentre va «potenziata» la tecnologia per il contrasto alla «criminalità organizzata».


E il ministro parla anche del conflitto tra politica e magistratura, che adesso è tornato ad accendersi e che certo riguarderà anche la riforma. «Certamente il conflitto tra magistratura e politica - ha detto Nordio - è iniziato per colpa della magistratura, che allora non vigilò abbastanza sulla segretezza di un atto che è stato illecito e politicamente molto grave diffondere nei confronti della stampa mondiale», ricordando la vicenda Berlusconi. Sulle critiche relative all’abuso d’ufficio il ministro replica: «Ho sentito inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe con l’abolizione dell’abuso d’ufficio che non c’è affatto, il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa». E anche sulla stretta alla pubblicazione delle intercettazioni rassicura: «Non è un bavaglio alla stampa ma un’enfatizzazione del diritto all’onore e alla riservatezza».

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