Filippo Turetta, c'è stata premeditazione? «Comprò prima il nastro adesivo». Lunedì l'interrogatorio, perché rischia l'ergastolo

di Mario Landi
Venerdì 24 Novembre 2023, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 00:00 | 2 Minuti di Lettura

Filippo Turetta, il sopralluogo a Fossò

Ci sarebbero, tra l'altro, più indizi a testimonianza del fatto che Turetta potesse aver già deciso, di fronte alla ferma volontà di Giulia di non riallacciare il rapporto sentimentale, di ucciderla dopo la cena al centro commerciale di Marghera. Si va da un presunto sopralluogo nella zona industriale di Fossò dove, dopo averla colpita a coltellate, verso le 23.40 l'avrebbe inseguita fino a «scaraventarla a terra», facendole sbattere la testa «sul marciapiede», fino ai coltelli che avrebbe portato con sé e a quei teli di plastica messi sopra il corpo nascosto, oltre all'acquisto del nastro adesivo. Turetta, intanto, arriverà domani in Italia con un volo militare da Francoforte e andrà nel carcere di Verona, preferito alla fine, come deciso dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, a quello di Venezia, perché ha una sezione «protetti», ossia quella prevista per i detenuti, come «sex offender» e autori di reati «a forte riprovazione sociale», che vanno tutelati escludendo qualsiasi contatto con altre tipologie di detenuti. Il 22enne sarà anche sorvegliato a vista 24 ore su 24 per evitare gesti autolesionistici. Mentre dagli atti dell'inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Bruno Cherchi e dal pm Andrea Petroni, viene a galla che il telefono di Giulia, che allo stato non risulta essere stato ritrovato, agganciò come «ultimo dato disponibile», verso le 22.45, una cella di Marghera, vicino al centro commerciale dove i due giovani avevano cenato.

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