Punture di insetti, quando si rischia l'infezione: tutto quello che c'è da sapere

Domenica 6 Agosto 2023, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 19:05 | 2 Minuti di Lettura

La zecca

«Il terzo artropode vettore – spiega Luisa Barzon, referente del Laboratorio di Riferimento della Regione Veneto per gli arbovirus e altri patogeni emergenti e componente Gruppo di Lavoro GLIVE-AMCLI - è la zecca, che nei suoi stadi di larva, ninfa e adulto assume dimensioni comprese tra pochi millimetri a un centimetro e con il suo apparato boccale provvisto di rostro può perforare la cute e succhiare il sangue dell’ospite. Le zecche, soprattutto la zecca dei boschi (Ixodes ricinus), sono in grado di trasmettere virus, batteri e protozoi patogeni per l’uomo. Tra le affezioni batteriche causate dalla puntura delle zecche vanno segnalate la malattia di Lyme, la rickettsiosi, la tularemia, l’ehrlichiosi.

Nel nostro Paese il pericolo maggiore è costituito dal virus dell’encefalite da zecche (TBEV, tick-borne encephalitis virus), un virus simile a WNV.

Dopo il morso di una zecca infetta, circa il 70% delle persone sviluppa un’infezione asintomatica o paucisintomatica. Il restante 30% sviluppa sintomi simil-influenzali con febbre alta, mal di testa, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni della durata di una settimana. Questi sintomi scompaiono per circa 5-7 giorni, per poi ripresentarsi in forma più grave, con coinvolgimento del sistema nervoso centrale e comparsa di encefalite o paralisi flaccida a esito mortale nell’1% dei casi.

Nel quinquennio tra il 2018 e il 2022 in Veneto sono stati segnalati 165 casi d’infezione da TBEV, oltre la metà dei quali con quadro clinico grave; – prosegue Barzon - nei primi sei mesi del 2023, a livello nazionale, i casi confermati casi di encefalite da zecche sono 7, secondo quanto riportato dal bollettino periodico prodotto nell’ambito delle attività del Sistema Nazionale di Sorveglianza delle Arbovirosi».

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