Il ragazzo di un secolo fa che visse tutto ciò era Gustaw Herling, il grande scrittore polacco autore di Un mondo a parte, esule dalla sua patria, a Napoli dal 1955 alla morte del 2000, e la comparazione della sua figura con quella di un suo coetaneo del 2017 può risultare così inappropriata da essere subito, e definitivamente, accantonata. Invece, proprio ragionando sulla fragilità dei giovani e del loro spaesamento valoriale, appare preziosa l'idea della trasmissione di una traiettoria esistenziale, etica, civile e letteraria come quella di Gustaw Herling, nella città che lo scrittore scelse per viverci con la moglie Lidia Croce. Soprattutto oggi, con le sue opere pressoché introvabili, mentre la casa editrice napoletana artefice del progetto di pubblicarne l'opera omnia, con molti suoi scritti già in catalogo, l'Ancora del Mediterraneo, ha subìto una battuta d'arresto.
Oggi che anche il progetto caro ai figli Marta e Benedetto Herling, di custodire la memoria dello scrittore facendo del suo studio in via Crispi un centro di ricerche e incontri per intellettuali europei è stato accantonato, nel nome del grande autore polacco prende vita l'associazione «Gustaw Herling Un mondo a parte», presentata il prossimo martedì alle 16 nella giornata di studi «Lo scrittore polacco sotto il Vesuvio» nell'aula delle Mura Greche dell'Università Orientale. Voluta dall'animatore de l'Ancora, l'antropologo Stefano De Matteis, l'associazione si ripromette di «promuovere, curare e sviluppare i filoni culturali dell'opera, della biografia e dell'impegno civile di Gustaw Herling». Il tutto con «attività di studio e di ricerca (dibattiti, seminari, pubblicazioni e premi) sui temi fondanti della sua opera: la memoria, i totalitarismi, l'Europa, l'esilio».
Alla giornata di studi parteciperanno personaggi legati a Herling da consonanze ideali e personali come Goffredo Fofi, Gabriella Gribaudi, Silvio Perrella, Zdzislaw Kudelski e lo stesso De Matteis, che presenterà una preziosa iniziativa editoriale: l'edizione delle Cronache napoletane a San Pietroburgo di Mariusz Wilk.
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