Silvia, innamorata del guscio di una noce: «I canti di Dante narrati in pillole»

Silvia, innamorata del guscio di una noce: «I canti di Dante narrati in pillole»
di Maria Pirro
Lunedì 15 Marzo 2021, 10:00
3 Minuti di Lettura

Adesso, nel mezzo del cammin della sua vita, ogni cosa è chiusa. Il Museodivino, che Silvia Corsi coordina, è inaccessibile a causa del Covid. Ma è lì, nel ventre di Napoli, che sono custodite le miniature: i ritratti di Dante Alighieri nel suo viaggio tra angeli demoni, l'inferno e il paradiso. «Le ha realizzate il sacerdote-artista Antonio Maria Esposito come esercizio spirituale, di pazienza e preghiera», racconta la 45enne, natali torinesi, trattenuta a Napoli da quelle opere incredibili, invisibili agli occhi senza lente di ingrandimento. Solo così si riescono, infatti, a distinguere le teste del poeta, di Virgilio e degli altri personaggi e, in una mirabile prospettiva, frammenti di muschio diventano selve oscure. Sono 42 le opere esposte, incentrate sulla Divina Commedia: una delle più suggestive è la montagna del Purgatorio, tutte sono racchiuse guscio. Nel guscio di una noce. «Vivo in città dal 2011 - racconta Silvia -, ma mi sono specializzata nella promozione di percorsi museali già negli anni Novanta». Allora la ragazza con amiche e colleghe fonda l'associazione «Progetto Sophia. Donne verso la bellezza»: vuole spingere alla riflessione sulla figura femminile nell'arte. «Da considerare soggetto, non solo oggetto di rappresentazione», la chiave di analisi. E, tramite l'associazione, avviene l'incontro con la Collezione Same, acronimo che sta a indicare le iniziali del prete stabiese. «Scocca l'amore,: mi innamoro - spiega - della combinazione tra poetica e tecniche originalissime: ipersonaggi nei gusci sono composti con sottili gocce di pittura essiccate e modellate; le testoline sono fatte di granelli naturali, di polpa di pera». E gli esserini, di appena qualche millimetro, popolano paesaggi con stradine, villaggi, sentieri, cascate. E altre 33 micro-meraviglie sono tra i più piccoli presepi al mondo: in gusci di pistacchi, castagne, noccioli, fino al un seme di canapa, candidato al Guinness dei primati. «Solo che tutto questo resta quasi sconosciuto per volere dello stesso artista: solo nel 2019, 13 anni dopo la sua morte, nasce il Museodivino. Un inno alla bellezza e alla tenerezza; l'altra faccia di Napoli, quella silenziosa che si svela a chi la va a cercare dietro caos e folclore».

Corsi non è sposata e non ha figli, ed è impenetrabile nei risvolti più privati della sua vita.

Sorride nel raccontare come respinge gli assalti dalla città chiassosa. «Me lo chiedono amici di amici, partecipanti alle visite guidate, negozianti, curiosi. E, ogni volta, è difficile spiegare che non rimasta un uomo». Quindi, semplifica la storia: «Rispondo di sì, che sono qui per amore». Metafisico, idealizzato, eterno come quello di Dante per Batrice. Ma calato nel concreto, anzi scolpito in un guscio di noce. Chiuso nel mezzo del cammin. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA