«È scudetto», la prima pagina storica del 10 maggio 1987 in edicola con il Mattino

«È scudetto», la prima pagina storica del 10 maggio 1987 in edicola con il Mattino
di Francesco De Luca
Domenica 15 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 15:00
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Ottantamila copie, un po' meno degli spettatori presenti sugli spalti del San Paolo quella domenica. Dieci maggio 1987, il primo scudetto del Napoli raccontato dal Mattino in un'edizione straordinaria distribuita a Fuorigrotta e negli altri quartieri già pochi minuti dopo la fine della partita. «È scudetto. Napoli, una città in festa», la prima pagina dell'inserto ideata dal caporedattore Riccardo Cassero e dal capo della redazione sportiva Romolo Acampora, con l'immagine del tricolore che era stato disperatamente inseguito dai giocatori, dagli allenatori, dai presidenti e dalla folla azzurra per sessantun anni. In copertina gli editoriali di Acampora e Carlo Franco, all'interno i servizi sulla trionfale cavalcata raccontata da quella che era ritenuta la migliore redazione sportiva dei quotidiani italiani. Una grande squadra che aveva a lungo diretto Cassero, straordinario e innovatore uomo macchina che poi si trasferì nell'ufficio centrale del quotidiano diretto da Pasquale Nonno lasciando la poltrona al suo vice Acampora.

Racconta Franco Esposito, inviato di punta del Mattino, raro esempio di cronista specializzato in tutti gli sport: «La parola scudetto non venne scritta fino a quei giorni per ragioni scaramantiche anche se il Napoli era là, sul punto di tagliare l'ambito traguardo. Eravamo professionisti ma ancor prima napoletani legati a quella maglia e a quella squadra: ritenevamo che la parola potesse portare male...». Un anno prima Esposito era stato ai Mondiali in Messico al seguito della Nazionale italiana, che chiuse quasi subito quell'avventura. Vinse l'Argentina di Diego, seguita per i lettori del Mattino da Giuseppe Pacileo - prima firma mai troppo rimpianta dal giornalismo italiano - e Sergio Troise, altro grande inviato e poi caporedattore del quotidiano. 

«Si fece uno sforzo enorme prima di Napoli-Fiorentina per chiudere l'edizione straordinaria. Ma ci sentivamo leggeri perché lavoravamo con passione e orgoglio. L'unica vera fatica fisica fu il rientro a piedi dal San Paolo perché era impossibile muoversi in auto e perfino in moto nella città in delirio», ricorda Esposito, che nello spogliatoio del San Paolo si commosse davanti all'abbraccio tra Ferlaino e Maradona, ricordando quanto aveva direttamente vissuto tre anni prima a Barcellona, seguendo la trattativa per portare Diego via dal club catalano: fu il colpo che avrebbe cambiato la storia del Napoli. 

L'idea di quella prima pagina che campeggia nella redazione del Mattino al Centro Direzionale fu di Cassero e venne graficamente messa a punto da Riccardo Marassi. «Fu un titolo icastico come Fate presto nei giorni del terremoto dell'80», ricorda Acampora. Era una sorta di rovescio della medaglia, sei anni e mezzo dopo quel titolo che urlava il dolore di questa terra. 

È scudetto era l'altra faccia di questa città, la gioia senza freni per un successo - scrisse il direttore Nonno sul Mattino di lunedì 11 maggio - che aveva «una proiezione extrasportiva» perché da considerare «punta dell'iceberg di una Napoli in certo senso nuova, capace di superare vizi antichi e di convogliare positivamente una vitalità intellettuale e imprenditoriale già visibile». Quel progetto che Ferlaino aveva descritto accuratamente a Nonno nelle tante serate in cui parlavano dei bisogni della città e dei sogni della squadra. Ci volevano i campioni - Maradona e ottimi giocatori italiani - ma ci voleva anche l'organizzazione societaria, quindi un manager di spessore come Italo Allodi e un dirigente di sicura prospettiva come Pierpaolo Marino, supportati da imprenditori e professionisti napoletani che formavano il consiglio d'amministrazione del club. 

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L'edizione straordinaria in 80mila copie venne chiusa nella tipografia del Mattino in via Chiatamone 65 sabato 9 maggio. Al fischio finale dell'arbitro Pairetto, il capomacchina diede il via e partì la distribuzione dei giornali con gli strilloni nelle strade della città. Nei filmati e nelle foto dei tifosi in festa si scorge quella copia del Mattino, che fu un sublime lavoro giornalistico. Anzi, qualcosa in più. Spiega Acampora: «Io non avevo dimenticato la prima pagina del Corriere della Sera quando il Napoli acquistò Savoldi nel 75: c'era una foto dei cumuli di spazzatura in piazza Municipio. Un'immagine che mi ferì. E quel giorno, 10 maggio '87, avveniva il riscatto: finalmente Napoli era prima nel calcio». La squadra era stata quasi accompagnata dai giornalisti del Mattino verso il trionfo. Con passione napoletana e rigore professionale in ogni articolo. Anche su quei fogli bianchi infilati nelle Olivetti grigie si alimentava il sogno, che prendeva forma partita dopo partita. Quei cronisti avevano assistito a stagioni difficili, non solo sul campo. Non a caso Acampora titolò l'editoriale pubblicato sul quotidiano dell'11 maggio Questo scudetto nato da una bomba, ricordando che l'ordigno esploso il 19 ottobre dell'82 sotto casa di Ferlaino - attentato della camorra - non spaventò l'ingegnere, che anzi «restò al suo posto di combattimento». Per vincere la più bella delle battaglie. 

 

Il Mattino raccontò le ore della festa con le sue firme più prestigiose. Titti Marrone seguì il regista Nanni Loy mentre girava un documentario in piazza Plebiscito. Giuseppe Pacileo, Gianfranco Coppola, Enzo Casciello, Adriano Cisternino, Franco Esposito, Pietro Gargano, Adolfo Mollichelli, Walter Pandimiglio, Mimì Pessetti e Generoso Picone descrissero cosa accadde al San Paolo. Mimmo Porpiglia, Gaetano Giordano, Antonio Fiore, Armando Borriello e Oscar Piovesan realizzarono reportage da New York, Wolfsburg, Torino, Milano e Buenos Aires sulla gioia dei napoletani emigrati e della famiglia Maradona. Due team di cronisti e fotografi al lavoro fino all'alba per il quotidiano in uscita l'11 maggio: Gianni Ambrosino, Massimo Baldari, Giuseppe Calise, Maurizio Cerino, Eduardo de Filippis, Egidio Del Vecchio, Santa Di Salvo, Pasquale Esposito, Guelfo Fiore, Carlo Franco, Sergio Gallo, Eze Guardascione, Daniela Limoncelli, Carmela Maietta, Marco Pellegrini, Cinzia Peluso, Enzo Perez, Enzo Popoli, Giampaolo Santoro e Michele Tanzillo; Giacomo Di Laurenzio, Mario Siano, Guglielmo Esposito, Antonio Troncone, Giovanni Liguori, Lino Sorrentini, Pino Sorrentini, Antonio Di Laurenzio, Antonio Cordova e Pino Giordano. Lo squadrone del Mattino, forte e vincente come quello di Diego. 

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