Ospedale del Mare, la voce ritrovata

Ospedale del Mare, la voce ritrovata
di Emanuela Di Napoli Pignatelli
Giovedì 30 Luglio 2020, 21:00
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Vincenzo De Luca l'ha definita «un'eccellenza del Sud Italia»: la Otorinolaringoiatria e chirurgia-cervico facciale dell'Ospedale del Mare diretta da Giuseppe Tortoriello. «Durante l'emergenza Covid - spiega il primario - invece di fermarci abbiamo operato un gran numero di pazienti. Più di 74 i tumori testa-collo e soprattutto laringe. La nostra mission è rimettere il paziente in condizioni di parlare nel più breve tempo possibile». L'obiettivo è eseguire trattamenti mininvasivi o con il maggior rapporto tra costo (in termini di demolizione dell'organo) e benefici. «Abbiamo inoltre studiato dei percorsi ad hoc per i pazienti che hanno tumori molto avanzati, per i quali sono necessari interventi demolitivi. Puntiamo a fare in modo di restituirli ad una vita quanto più possibile normale e piena».

L'unità è tra le poche a inserire in sede di intervento la protesi che consente ai pazienti sin da subito di tornare a parlare. Con la dottoressa Giuseppina Bruna Mirra, presidente della Società italiana di foniatria e logopedia, Tortoriello ha anche messo a punto una serie di percorsi di riabilitazione. «Abbiamo creato dei gruppi di supporto psicologico e counseling - spiega - facciamo in modo che i pazienti in attesa di intervento possano confrontarsi con quelli che hanno subito la stessa operazione, sei mesi o un anno prima, una sorta di riabilitazione in vista dell'operazione e che prosegue immediatamente dopo». Mirra, spesso presente in sala operatoria, indica paziente per paziente quali sono i muscoli da salvare.

In caso di interventi meno demolitivi si riesce a ricostruire la laringe e il paziente parla senza l'ausilio delle corde vocali, a distanza di 2 o 3 settimane si riesce a chiudere il trachestoma, e con una piccola plastica, non restano neanche segni evidenti dell'intervento. Quando invece il tumore è localizzato su una parte della laringe, c'è la possibilità di trattarlo con il laser a CO2, con questa tecnica il paziente lascia l'ospedale dopo appena 24 ore ed è sin da subito in grado di parlare. «Abbiamo a disposizione - conclude Tortoriello - devices di ultimissima generazione».
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