Robot e radioterapia, così la cura funziona

Sistemi automatizzati combinati con le altre terapie: l’obiettivo è sconfiggere le neoplasie urologiche. I modelli proposti dagli ospedali “San Giovanni Addolorata” e “San Pietro Fatebenefratelli” di Roma

Apparecchiature ho-tech in sala operatoria
Apparecchiature ho-tech in sala operatoria
Lunedì 28 Novembre 2022, 17:54 - Ultimo agg. 17:58
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Con l’avvento della chirurgia robotica e delle nuove tecniche radioterapiche, le armi contro le neoplasie urologiche sono diventate sempre di più e sempre più efficaci. Tra i reparti a maggior casistica, sicuramente quello di Urologia dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. 

L’équipe guidata da Gianluca D’Elia, che vede tra gli altri la presenza del medico Antonio Cardi, è la prima ad avere utilizzato la tecnica robotica già dal 2008 e nel corso degli anni le innovazioni hanno portato anche ad interventi di prostectomia radicale «nerve-sparing bilaterale». Tra i tanti vantaggi, quello di risparmiare i fasci neurovascolari, evitando in molti casi problemi di disfunzione erettile, e di preservare la continenza. Sempre in tema di patologia prostatica, il Pdta, ovvero il Percorsi diagnostico terapeutico assistenziale, è incentrato su una presa in carico totale: in particolare, ha il vantaggio per il paziente di avere a disposizione un team multidisciplinare in cui è presente un radioterapista, un oncologo, un radiologo, un anatomopatologo e uno psicologo. Dunque, un centro all’avanguardia che ha un rapporto molto stretto con l’urologia dell’Ifo di Roma (sotto l’egita di Giuseppe Simone), soprattutto nell’organizzazione di corsi di alta specializzazione destinati ai giovani professionisti dell’urologia italiana. 

Oltre alla chirurgia, la radioterapia ad alta tecnologia ha assunto un ruolo di primo piano in molte delle patologie neoplastiche e, tra queste, sicuramente le neoplasie urologiche. All’ospedale San Pietro Fatebenefratelli, nel reparto diretto da Piercarlo Gentile, la tecnologia a disposizione dei moderni acceleratori permette di concentrare con estrema precisione la dose terapeutica su bersagli molto piccoli, anche in movimento. Il controllo della morfologia del tumore, della sua posizione all’interno del corpo e della sua interazione con gli organi e i tessuti sani limitrofi, è stato perfezionato attraverso l’utilizzo di sistemi diagnostici molto sofisticati e accurati che sono parte integrante degli acceleratori lineari moderni (Igrt, radioterapia guidata dalle immagini). 
In campo urologico la radioterapia moderna si è dimostrata del tutto equivalente come efficacia alla chirurgia nelle neoplasie prostatiche, senza avere un impatto negativo sulla qualità di vita del paziente in termini di continenza urinaria o impotenza sessuale. Inoltre, si è dimostrata molto efficace anche nel contenere la malattia nelle neoplasie prostatiche oligometastatiche, in associazione alla terapia farmacologica di tipo ormonale. 

Grazie all’utilizzo di innovative tecnologie, come quella utilizzata dai sistemi ibridi MR-Linac, è possibile effettuare trattamenti focali ad alte dosi anche sulle neoplasie renali, in pazienti che per motivi clinici non possono essere sottoposti a trattamento chirurgico. Questo tipo di trattamento si completa in genere in un massimo di cinque sedute da venti minuti complessivi, non è invasivo: è assolutamente indolore e può essere indicato anche in pazienti anziani con importanti comorbidità. 
Emanuela Di Napoli Pignatelli

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