Bandit, Mel Gibson sedotto «dal bandito volante»

«La realtà può essere più bizzarra della fantasia», commenta Mel Gibson

Mel Gibson sul set di Bandit
Mel Gibson sul set di Bandit
di Francesca Scorcucchi
Giovedì 3 Agosto 2023, 08:00
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Cinquanta banche rapinate in tre anni e un record che dura da cinquant'anni per il furto di una enorme quantità d'oro. È il curriculum di tutto rispetto di Gilbert Galvan, alias «the flying bandit», il bandito volante, una leggenda canadese, in grado di derubare ventuno banche, in diverse province canadesi, in un solo anno, racimolando un totale di due milioni e trecentomila dollari. «Non avevo pianificato di rapinare un così alto numero banche, è andata così», disse candidamente lui quando venne catturato.

Americano di Los Angeles, Gilbert Galvan scappò di prigione nel 1984, dove era stato rinchiuso per analoghi reati. Un amico riuscì a farlo entrare illegalmente in Canada, qui si sistemò sotto il falso nome di Robert Whiteman, si sposò ed ebbe due figli. La moglie non seppe mai nulla delle rapine e della sua doppia vita. Credendolo impiegato per una compagnia canadese, lo accompagnava all'aeroporto per quelli che sembravano frequenti viaggi di lavoro. Lo erano, solo che il mestiere del marito era un altro: rapinatore di banche. Di qui il nomignolo affibbiatogli dal giornalista Ed Arnold che per primo raccontò la sua storia: Galvan prendeva un aereo con un biglietto di prima classe, compiva una o più rapine, tutte senza mai ferire nessuno, anzi mostrandosi sempre molto gentile con le vittime, molto affascinante. Poi prendeva il volo di ritorno per tornare a casa e vivere una vita da cittadino modello medioborghese. Ed Arnold, insieme al collega Robert Knuckle, scrisse un libro sul personaggio. Ora da quel libro è stato tratto il film «Bandit», che sarà su Prime Video dal 7 agosto.

Diretto dal giovane regista canadese Allan Ungar, vede protagonisti Josh Duhamel nei panni di Galvan, Mel Gibson in quelli del ricettatore Tommy Kay, Elisha Cuthbert che interpreta l'ignara moglie del bandito e Nestor Carbonnel, nei panni del poliziotto che finalmente porrà fine alla sua carriera di ladro e al vezzo di accumulare miglia sul conto «frequent flyer» di Air Canada (arrivò a collezionare 160 mila miglia premio). 

Gilbert Galvan ora è un uomo libero, dopo aver scontato una pena di vent'anni per i suoi colpi, e ha collaborato con il progetto. «Siamo diventati amici», ha detto lo sceneggiatore del film, Kraig Wenman: «Ci sentivamo praticamente tutti i giorni durante le riprese del film e ancora oggi siamo in contatto».

Come venne catturato? «La sua notorietà aumentava ad ogni rapina ma per la polizia fu davvero difficile prenderlo. Fu la sua stessa dipendenza all'adrenalina che i suoi colpi gli davano che gli fece fare una serie di passi falsi che lo fecero catturare», racconta il regista Allan Ungar: «In particolare sbagliò quando decise di alzare la posta e mettersi in società con il ricettatore Tommy Kay. Fu allora che le cose iniziarono ad andare male, sino alla cattura».

Anche il personaggio di Tommy Kay è realmente esistito: «Somiglia davvero moltissimo a Mel Gibson, salvo il fatto che il vero Tommy pesava 160 chili e infatti era soprannominato the fat man, l'uomo grasso», dice il regista. «La realtà può essere più bizzarra della fantasia», commenta Mel Gibson: «Quando ho letto il copione mi sono stupito di cosa sia riuscito a fare quell'uomo in così poco tempo. Certo, allora i sistemi di sicurezza non erano stringenti come quelli di oggi, ma Galvan riusciva a fare tre rapine in tre punti diversi di una stessa città, scappare indisturbato e tornare tranquillamente a casa su un volo di linea con una valigetta strapiena di contante. Era una specie di mago del crimine, quando ho letto la sua vicenda ne sono rimasto affascinato. È una storia divertente ma con una sua morale, perché alla fine, nonostante la sua abilità e tutto il suo charme, comunque Galvan viene catturato». 

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