Passano gli ultimi due film del concorso e portano la firma di due donne registe, Kelly Reichardt e Léonor Serraille. Stasera si assegna la Palma d'oro e l'Italia spera con «Nostalgia» di Mario Martone, o almeno con il suo protagonista Pierfrancesco Favino. L'accoglienza è stata ottima, i giornali francesi specializzati hanno assegnato al film un punteggio alto, Favino è molto amato: la giuria presieduta da Vincent Lindon, di cui fa parte anche la nostra Jasmine Trinca, condividerà l'entusiasmo di pubblico e critica? Nel gioco dei pronostici spiccano «Armageddon Time» di James Gray, uno dei due americani in gara, il giapponese «Broker» di Kore-eda e lo svedese «Triangle of Sadness» di Ruben Ostlund, entrambi già vincitori di Palma, «Les Amandiers» di Valeria Bruni Tedeschi, mezzo italiano (ma nel cast c'è la figlia del presidente Lindon, handicap non da poco), «Close» del belga Lukas Dhont sul tema più frequentato del Festival, il racconto di formazione, senza trascurare «Holy Spider» del danese-iraniano Ali Abbasi, la vera storia di un serial killer di prostitute che potrebbe trovare un valido paladino in giuria nel premio Oscar Farhadi, e «Decision to Leave» del coreano Park Chan-wook, un thriller romantico piaciuto a molti.
Atmosfera da fine corsa, ma posti in piedi ai Rendez-Vous con Alice Rohrwacher e Javier Bardem.
Javier Bardem, 53 anni, ha vinto i premi più prestigiosi, non si considera un maestro («ma se il mio primo ruolo al cinema l'ho ottenuto sfilandomi la maglietta e rimanendo a petto nudo!»), però è un narratore formidabile e il suo incontro è andato subito sold out. Ha lavorato con i migliori registi, da Almodovar a Inarritu ai Coen, e si considera per questo «un bastardo fortunato»: «Ancora non ci credo e ogni volta che ricevo una proposta, un copione, non manco mai di ringraziare. So bene che in questa carriera il vento può cambiare da un momento all'altro e improvvisamente nessuno ti chiama più». Con Penelope Cruz ha due figli: «Ci eravamo già conosciuti sul set di Prosciutto prosciutto di Bigas Luna, poi per il film di Woody Allen Vicky Cristina Barcelona dovevamo girare la scena di un bacio. E lì scattò la passione. La baciai a lungo, molto a lungo, e quando ci staccammo intorno a noi non c'era più nessuno. Ci avevano lasciati soli. Due anni dopo ci siamo sposati e come regalo di nozze Woody ci ha mandato un video con quella scena».
Nessun colpo di fulmine dagli ultimi due titoli in concorso, «Showing Up» della regista indipendente americana Kelly Reichardt, qui alla sua quarta collaborazione con Michelle Williams, e «Un petit frere» della francese Léonor Serraille. Il film di chiusura, «Masquerade» del talentuoso Nicolas Bedos, è una commedia scatenata dalle parti di «Caccia al ladro», con la Costa Azzurra coprotagonista e Isabelle Adjani nei panni irresistibili di una diva in disarmo alla Gloria Swanson di «Viale del tramonto», che passa le giornate guardandosi giovane e bella in «La regina Margot».