Cannes 2022, tutti pazzi per Mario Martone e per Elvis

Cannes 2022, tutti pazzi per Mario Martone e per Elvis
di Titta Fiore
Giovedì 26 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 12:34
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Un'accoglienza trionfale in sala, entusiasmo e ovazioni alla conferenza stampa, reazioni molto positive dei giornali francesi specializzati: «Nostalgia» ha conquistato il Festival e sono in molti a prevedere un posto nel palmarès di domenica per il film diretto da Mario Martone, o per il suo protagonista Pierfrancesco Favino, che a Cannes aveva già acquistato molti crediti con «Il traditore» di Bellocchio e ora, nei panni di Felice Lasco, tornato dopo quarant'anni nella Sanità della sua infanzia, colpisce al cuore con un personaggio affilato, riservato, ma capace di immergersi con la forza di sentimenti antichi in una realtà misteriosa, avvolgente e feroce che credeva rimossa per sempre. Alla festa seguita alla proiezione ufficiale in un grande albergo della Croisette, il regista, la sceneggiatrice Ippolita Di Majo, e tutto il meraviglioso cast del film hanno brindato fino a notte fonda con gli amici, i colleghi e i produttori italiani e francesi e al gruppo si è unito nell'abbraccio a Mario anche Paolo Sorrentino con la moglie Daniela D'Antonio, reduci dalle celebrazioni per i 75 anni del Festival.

Francesco Di Leva, asciutto e potente nei panni di don Luigi Rega, chiacchierava con padre Antonio Loffredo, il vero parroco del quartiere che salva i ragazzi dalla strada. «Sono stato con lui per tre mesi» dice l'attore, «l'ho frequentato nel suo rapporto con la gente del rione, ho studiato il suo modo di fare, solidale ed energico, non ho mai provato ad imitarlo, perché non avrebbe avuto senso, piuttosto ho cercato di trovare l'illuminazione del perdono, la sua dote più preziosa».

Padre Loffredo è arrivato da Napoli con sette ragazzi della Sanità che hanno preso parte al film, elegantissimi negli smoking avuti in regalo da un imprenditore generoso e discreto. Che cosa rappresenta questo film per la Sanità, don Antonio? «Può aiutare a mantenere accesa la speranza di cambiamento, la stessa che Ermanno Rea ha descritto così bene nel suo libro. E poi è un omaggio a chi, in questa città, si ostina a vivere e lavorare». Ed è ai giovani attori Artem, di origini ucraine, ed Emanuele Palumbo che va l'applauso di Martone, «a loro che sono il futuro di Napoli e che sapranno trovare la via per costruirlo».

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Un red carpet rock con i Maneskin vestiti di lamé dorato, Ricky Martin, Kilye Minogue, Shakira e l'immancabile Sharon Stone con occhiali neri alla Blues Brothers per l'evento di fine festival: «Elvis», il film visionario, colorato e sontuoso che Baz Lhurmann ha dedicato al mito di Presley e al controverso rapporto con il suo agente, il colonnello Tom Parker. Nei panni del protagonista c'è Austin Butler, in quelli dell'enigmatico Parker Tom Hanks. Per tutt'e due è arrivata la benedizione di Priscilla Presley: «Questa storia parla della relazione tra Elvis e il colonnello, una storia vera raccontata in modo brillante e creativo che solo Luhrmann, nel suo modo artistico e unico, avrebbe potuto realizzare. Ha messo nell'impresa il cuore e l'anima. Nel film Austin Butler è eccezionale, Tom Hanks era il colonnello Parker» ha detto la moglie di Elvis, presente a Cannes per confermare la bontà dell'operazione, commossa fino alle lacrime. A fare crescere la febbre dell'evento, i Maneskin, nella colonna sonora del film con la loro versione dell'hit «If I Can Dream». Alla festa sulla spiaggia dopo la proiezione, la band italiana diventata in pochi mesi un fenomeno mondiale ha fatto risuonare le note del rock di Presley per tutta la Croisette. «Penso che qualsiasi artista contemporaneo sia influenzato da Elvis, perché proprio l'idea di performer è nata con lui» ha detto il frontman Damiano al Tg5, «prima si stava fermi dietro l'asta del microfono, ha veramente cambiato la storia della musica». 

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