«Corro da te», la commedia romantica di Riccardo Milani sul tema della disabilità

«Corro da te», la commedia romantica di Riccardo Milani sul tema della disabilità
di Titta Fiore
Venerdì 11 Marzo 2022, 12:00 - Ultimo agg. 12:32
4 Minuti di Lettura

Una commedia romantica sul tema della disabilità. Lui, Pierfrancesco Favino, aitante quasi cinquantenne, seduttore seriale a capo di un importante brand di scarpe da running. Lei, Miriam Leone, violinista bella e solare finita per un incidente sulla sedia a rotelle. Per conquistarla, lui si finge paraplegico, ma scoprirà ben presto di essere il più disarmato e fragile della coppia. Succede in «Corro da te», il nuovo film di Riccardo Milani, dal 17 marzo in 500 sale distribuito da Vision. Dice il regista: «Raccontiamo un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica come il massimo dei valori, salvo essere tagliati fuori quando salute e bellezza vengono meno. La civiltà del nostro tempo è così, ma io continuo a pensare che in fondo a ciascuno di noi, anche nella persona peggiore, esista ancora una scintilla di umanità, di sensibilità, pronta a venire fuori quando se ne presenti l'occasione giusta».

Ed è proprio questo che accade al personaggio di Favino: «Interpreto un uomo cinico, ossessionato dal successo e dalla paura di invecchiare» commenta l'attore, «uno che colleziona amanti e dice un sacco di bugie, ma chi non ne ha mai dette per conquistare una donna?».

Inevitabile il riferimento ai tipi umani portati sullo schermo da Sordi, Gassman, Tognazzi: «Certo, la memoria involontaria di quei grandi guasconi del passato resta, io ho cercato di incarnare dei difetti nello stare al mondo che riguardano un po' tutti. Spesso l'atteggiamento che abbiamo nei confronti della disabilità, mascherato da pietismo e da ipercorrettismo, è solo lo specchio delle nostre paure. In questo film abbiamo avuto la possibilità di chiamare le cose con il loro nome, senza schermi, e guardare al di là delle apparenze». Nei panni di Chiara, Miriam Leone è una donna dinamica che suona in un'orchestra per lavoro e gioca a tennis per passione. Grazie a lei e ai suoi amici, altrettanto vitali e sportivi, Gianni/Favino cambierà prospettiva sulla vita, sull'amore e sulla disabilità e imparerà che il vero handicap è la mancanza di forza d'animo. «Già, il grande equivoco della nostra società è credere che la forza equivalga al valore fisico» spiega l'attrice, «mentre si può essere molto più forti nella resa, avendo l'intelligenza di mettersi nei panni dell'altro. Chiara è un personaggio luminoso perché ha saputo attraversare il suo dolore». 

Sul set, aggiunge il regista, è stata determinante la presenza delle associazioni e delle federazioni sportive per disabili che hanno aiutato e partecipato alle riprese e alla preparazione del film, «tutte persone piene di autoironia e dalle quali c'è solo da imparare». Leone: «Dovevo essere credibile sulla carrozzina, i ragazzi mi hanno insegnato tante cose, non solo a giocare a tennis. E, in ogni caso, non si parla mai abbastanza delle barriere architettoniche che rendono tutto difficile e dei doveri più elementari, come non parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Assieme all'amore, il vero tema del film è la tolleranza». E Milani: «L'idea era di fare una commedia romantica capace di divertire parlando di temi importanti come la disabilità, i sentimenti, l'ossessione per il corpo e l'insensibilità verso i problemi degli altri. Cerco sempre di raccontare nei miei film i lati peggiori del nostro Paese, mettendo molto spesso in scena personaggi pessimi con la speranza che da qualche parte trovino un po' di positività». 

Video

Ispirato a «Tout le monde debout» di Franck Dubosc, «Corro da te» è prodotto da Wildside (società del gruppo Fremantle) e Vision Distribution, Nel cast anche Pilar Fogliati, Pietro Sermonti, Vanessa Scalera, Carlo De Ruggeri, Giulio Base, con un cammeo di Michele Placido e di Piera Degli Esposti: nel ruolo della nonna amorevole e autoritaria l'attrice recita, per l'ultima volta, con le cannule dell'ossigeno nel naso, grande sempre e per sempre. «Accanto a lei non rischiavi mai di fare una cosa sbagliata» ricorda Favino, «aveva il dono di una spietata leggerezza, bastava guardarla per essere in parte, sapeva portarti dove voleva lei». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA