Festival Venezia 2021, in concorso Mondocane con la Taranto distopica di Alessandro Borghi

Festival Venezia 2021, in concorso Mondocane con la Taranto distopica di Alessandro Borghi
di Titta Fiore
Lunedì 26 Luglio 2021, 08:00
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Sarà «Mondocane» di Alessandro Celli a rappresentare il cinema italiano nella Settimana Internazionale della Critica, la sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici nell'ambito della Mostra di Venezia (in programma dall'1 all'11 settembre, oggi l'annuncio del cartellone). Ambientato in un futuro distopico non molto lontano a Taranto, ormai ridotta a città fantasma circondata da filo spinato dove neppure la polizia si azzarda a entrare, il film racconta una storia di amicizia e di degrado in una realtà contesa da bande pronte a tutto per governare il territorio, mentre i più poveri lottano per la sopravvivenza e due orfani tredicenni sognano di entrare a far parte della comunità criminale. Alessandro Borghi è il protagonista nei panni del capo della gang delle Formiche, il carismatico Testacalda, nel cast anche Ludovica Nasti, «amica geniale» lanciata dalla serie ferrantiana diretta da Saverio Costanzo. Produce Matteo Rovere di Groenlandia con Santo Versace e Gianluca Curti, il film sarà nelle sale dal 3 settembre, subito dopo il passaggio veneziano, con 01 Distribution.

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Dice Beatrice Sorrentino, prima donna delegata generale della Sic: «È chiaro che il nostro sguardo è cambiato con la pandemia.

E in questo senso sono emersi, tra i seicento film arrivati da settantacinque paesi, quelli in cui c'era un'urgenza di senso, di significato. Contemporaneamente, non vogliamo abdicare al compito della riflessione critica sull'estetica e la politica delle immagini». In cartellone sette più due titoli di varia provenienza, chiaro segnale di un cinema sempre più globale: «Nove film di autore e di genere, lirici o furiosi, istintivi, intimi, distopici o carnali. Ma soprattutto liberi, autentici. Vivi». È coprodotto da Italia, Francia e Svizzera «Mother Lode», favola moderna e tragica ambientata in Perù, così come il film di chiusura, «La dernière seance» di Gianluca Matarrese (Italia/Francia), una confessione intima e audace tra il regista e il suo amante sul doppio binario eros-thanatos, in un gioco di dominio e sottomissione.

Dalla Russia arriva «Detours» di Ekaterina Selenkina, dal Brasile il melò «A Salamandra» di Alex Carvalho, dall'Iran «Zalava» di Arsalan Amiri, ghost story a tinte noir, dalla Spagna «Eles transportan a morte» di Helena Giròn, dall'Ungheria «Erasing Frank» di Gabor Fabricius. Apre, come evento speciale, il cambogiano «Karmalink» di Jake Wachtel. 

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