Nanni Moretti al Festival di Cannes 2021: «Non ho letto le critiche al mio film»

Nanni Moretti al Festival di Cannes 2021: «Non ho letto le critiche al mio film»
di Titta Fiore
Martedì 13 Luglio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18:33
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Il giorno dopo l'ovazione in sala, Nanni Moretti sorvola con insolita leggerezza sulle accoglienze contraddittorie riservate dalla stampa straniera al suo «Tre piani», in gara per la Palma d'oro. «Quarant'anni fa aspettavo le quattro del mattino per andare a comprare all'edicola le prime edizioni dei giornali e leggevo tutte le recensioni da cima a fondo, oggi ho un rapporto più tranquillo con le critiche, leggo solo un paio di quotidiani». Domenica notte, anche alla cena di gala seguita alla proiezione ha tenuto banco soprattutto la partita dell'Italia. Il regista e Margherita Buy hanno seguito l'emozionante altalena dei rigori sul telefonino, altri hanno disertato la festa, come l'ad di Rai Cinema Del Brocco, e diversi ospiti della delegazione si sono presentati direttamente dopo il fischio dell'arbitro. Riccardo Scamarcio, tifosissimo, è stato visto schizzare via subito dopo gli applausi alla ricerca di un televisore sintonizzato su Wembley con la compagna inglese Angharad Wood, tenendo in mano i sandali di lei per fare prima. «Sono felice per la vittoria» ha detto Nanni nel consueto incontro con la stampa internazionale, «ha vinto una squadra senza divi. Non sono contrario al divismo nel cinema, ma nel calcio è un'altra cosa». Quanto alle critiche messe in stand by, per la cronaca «Le Monde» scrive: «Il regista intreccia storie precedenti sui mali di oggi senza ritrovare l'acutezza politica dei suoi film»; «Figaro» parla di un Moretti «che questa volta inciampa nello zerbino» e «Libération» di «una grande e terribile melodia... dove si avvia il processo di una paternità tossica, assente o distruttiva», mentre l'americano «Variety» dice che «il senso dell'umorismo del veterano italiano questa volta lo abbandona completamente» e «Hollywood Reporter» sottolinea come il regista «non riesca a raggiungere gli stessi picchi emotivi de La stanza del figlio», così come non manca di rilevare «Screen». In Italia «Tre piani» uscirà il 23 settembre. 

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Attesissimo, colorato, visionario e adrenalinico, «The French Dispatch» di Wes Anderson avrebbe dovuto inaugurare il Festival già l'anno scorso. Presentato come «un atto d'amore» per il giornalismo, dà vita a una raccolta di articoli tratti dal numero finale di una rivista americana pubblicata in una immaginaria città francese del Ventesimo secolo (in realtà è stato girato ad Angouleme) e schiera un cast impressionante, con Benicio Del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Mathieu Amalric, Bill Murray e Owen Wilson, quasi tutti schierati sul tappeto rosso (tranne McDormand e Seydoux, risultata positiva al Covid) in un effetto glamour di massima potenza. Peccato che il regista innamorato del giornalismo abbia annullato ogni incontro stampa, probabilmente in previsione dell'uscita programmata per il prossimo 11 novembre. Assente dal Palais, ma per tutt'altri motivi, anche l'autore dell'altro film in concorso, «Petrov's Flu»: il regista russo Kirill Serebrennikov, voce critica di Putin, è condannato a tre anni di carcere con la condizionale e gli viene impedito di lasciare il paese.

Già in un'altra occasione, quando era in gara con , fu costretto a disertare la Croisette. Al suo posto, una sedia vuota, anche se oggi pare che si collegherà da remoto con il Festival. Alla proiezione ufficiale gli attori del film hanno indossato per solidarietà un distintivo rosso con le iniziali KS, condiviso dal delegato generale Frémaux e dal presidente della kermesse Lescure. 

Nel trentesimo anniversario di «JFK», il film sull'assassinio di John Kennedy che gli fece vincere due Oscar, Oliver Stone torna su uno dei casi più controversi della storia americana con «JFK Revisited: Through The Looking Glass», un documentario sulla presunta grande «Cospirazione» alla base dell'omicidio di Dallas con la voce narrante di Donald Sutherland e Whoopy Goldberg presentato fuori concorso e incentrato sui documemti che cominciano ad essere desecretati dal Congresso. Dice il regista: «La verità è che quando il presidente fu ucciso stava facendo scelte scomode e da allora le leve del potere sono passate dalla politica ai Servizi e ai trust economici». 

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