«Nostalgia» di Martone non ce l'ha fatta, l'Italia è fuori dall'Oscar

Il film girato alla Sanità non entra nella shortlist

«Nostalgia» di Martone non ce l'ha fatta, l'Italia è fuori dall'Oscar
di Titta Fiore
Giovedì 22 Dicembre 2022, 08:34 - Ultimo agg. 16:22
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«Nostalgia» non ce l'ha fatta, l'Italia è fuori dall'Oscar. È arrivato a tarda sera, dopo una lunga attesa, il voto dell'Academy sulla short list dei 15 titoli in gara per il premio al miglior film internazionale. Delusione per il bel film di Mario Martone, prodotto da Mad Entertainment e Medusa, all'indomani di una promettente campagna di lancio negli Stati Uniti. Entra invece nei 15 migliori corti live action «Le pupille» di Alice Rohrwacher, prodotto Alfonso Cuarón con Carlo Cresto-Dina e finanziato da Disney.

Tratto dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea e girato nel rione Sanità, nel cast Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno e Aurora Quattrocchi, «Nostalgia» è stato in concorso al Festival di Cannes, ha vinto cinque Nastri d'argento, aggiudicandosi i premi alla regia, all'attore protagonista e ai due non protagonisti, e ha avuto ottime accoglienze da parte della critica americana (per «Variety» è «il più riuscito degli ultimi anni» del regista napoletano).

Purtroppo, non è riuscito a superare il primo vero banco di prova nella corsa all'Oscar né ad entrare nelle nomination per i Golden Globes annunciati nei giorni scorsi dalla Hollywood Foreign Press, così come gli altri italiani che pure si erano candidati: «Esterno notte» di Bellocchio, «Una sconosciuta» di Guarducci, «Le otto montagne» di Van Groeningen e Vandermeersch.

La concorrenza per la short list dei film girati fuori dagli Stati Uniti e non in inglese quest'anno è stata particolarmente agguerrita, tant'è che il solito «Variety», Bibbia della showbiz, l'ha definita «la proposta più forte» delle ultime stagioni: 92 i paesi in lizza, con molti film già premiati in vari festival europei. Tra i 15 che vanno allo step successivo il belga «Close» di Lucas Dhont, Grand Prix a Cannes, il francese «Saint Omer» di Alice Diop, due riconoscimenti a Venezia, «Holy Spider» del danese Ali Abbasi, «Il corsetto dell'imperatrice» dell'austriaca Marie Kreutzer, il polacco «Eo» del veterano Jerzy Skolimowski, protagonista un asino, il tedesco «Niente di nuovo sul fronte occidentale», «Argentina 1985», il cambogiano «Return to Seul», il messicano «Bardo» di Inarritu, il marocchino «The Blue Caftan», «Decision to Leave» del maestro coreano Park Chan-work.

Con «Nostalgia» il cinema napoletano è arrivato a gareggiare per il premio più prestigioso del mondo per il secondo anno consecutivo: nel 2021 fu Paolo Sorrentino con l'autobiografico «È stata la mano di Dio» ad entrare nella cinquina finale cercando di bissare la vittoria ottenuta nel 2014 con «La grande bellezza». Dopo di lui, l'Italia non ha più vinto all'Oscar, ma resta una delle cinematografie europee con il maggior numero di statuette all'attivo. L'Academy assegna il premio per il miglior film internazionale, quello che prima era il miglior film in lingua straniera, dal 1957: da allora gli europei hanno dominato l'albo d'oro con 53 riconoscimenti, contro i 5 dei paesi asiatici. In questa edizione la cinquina dei finalisti sarà annunciata il 24 gennaio, mentre gli Oscar saranno assegnati il 12 marzo. Dopo la disastrosa edizione dell'anno scorso, segnata dallo schiaffo di Will Smith a Chris Rock e dagli ascolti peggiori di sempre, il timone della cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles torna per la terza volta a Jimmy Kimmel, istrionico conduttore e performer di grande esperienza televisiva, con l'obiettivo di riportare agli standard abituali l'audience della Abc, la rete che trasmette l'evento in mondovisione.

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