Obi-Wan Kenobi, Ewan McGregor impugna di nuovo la spada laser: «Che la forza sia con me»

Obi-Wan Kenobi, Ewan McGregor impugna di nuovo la spada laser: «Che la forza sia con me»
di Titta Fiore
Mercoledì 1 Giugno 2022, 11:00
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«Per anni, alla fine di ogni intervista, mi chiedevano due cose: se fossi interessato a un seguito di Trainspotting e se mi sarebbe piaciuto indossare di nuovo i panni di Obi-Wan Kenobi. Rispondevo che certo, l'avrei fatto volentieri, e un giorno la Disney mi ha preso sul serio». E così, diciassette anni dopo «La vendetta dei Sith» (2005), Ewan McGregor ha impugnato di nuovo la spada laser dell'iconico maestro Jedi per la serie evento «Obi-Wan Kenobi», in questi giorni su Disney+, sei episodi che vanno ad arricchire la saga di «Star Wars» ponendosi come una sorta di trait-d'union fra la trilogia prequel girata da George Lucas tra il 1999 e il 2005, e quella originaria (1977-1983).

In esilio sul pianeta desertico di Tatooine, Obi-Wan Kenobi ha subito la più grande sconfitta della sua vita, la caduta del suo migliore allievo e amico, Anakin Skywalker, passato al lato oscuro della Forza diventando il malvagio Signore dei Sith, Darth Vader. «L'ordine Jedi è quasi distrutto e coloro che non vengono uccisi si nascondono e non possono comunicare con nessuno dei vecchi compagni» ha raccontato McGregor nella global conference in streaming. «Per dieci anni Obi-Wan si è eclissato e ora vive una vita solitaria con la sensazione di aver perso la propria fede. È un uomo spezzato, con un'unica responsabilità, occuparsi del giovane Luke Skywalker.

Ma si rialza per il suo profondo senso del dovere, la sua dimensione sempre più spirituale. Pensavo che sarebbe stato interessante condurlo in un luogo oscuro e poi, nel corso della serie, seguire l'evoluzione di questo personaggio che i fan hanno imparato ad amare da quando lo interpretava magistralmente Alec Guinness». Difficile riprendere un ruolo lasciato tanto tempo prima? «Gli esercizi di spada sono stati meno duri di quelli sulla voce. All'inizio ero completamente fuori tono, ho dovuto rifare pratica. Anche in questo, misurarmi con la recitazione di Guinness è stato prezioso, lampi di umorismo compresi. Aveva un luccichio speciale negli occhi, quando provo una battuta penso sempre a come l'avrebbe detta lui». 

Da «La vendetta dei Sith» arriva l'altro grande ritorno della serie, Hayden Christensen nel ruolo del cattivissimo Darth Vader. Ora, per ordine dell'Imperatore, è a capo dei temibili Inquisitori, il braccio armato incaricato di dare la caccia e uccidere tutti i Jedi rimasti della galassia. Ma per Vader si tratta soprattutto di regolare i conti con una questione personale: se cerca di streminare i nemici Jedi, è per eliminare quella parte antica di sé. Commenta McGregor: «Ritrovarsi con Hayden è stato esaltante. Durante le riprese degli ultimi due prequel avevamo passato molto tempo insieme, era nata una bella amicizia. Con gli anni ci eravamo persi di vista, ma tornare insieme sul set è stato come entrare in un vortice temporale, all'improvviso era come se gli ultimi diciassette anni non fossero mai trascorsi». Anche l'affetto dei fan è rimasto immutato. «Credevo che la trilogia prequel non avesse colpito gli appassionati di Star Wars, poi grazie ai social mi sono reso conto che quei film avevano avuto sui ragazzi di oggi lo stesso effetto che la trilogia originale aveva avuto su di noi alla loro età. Così, con la Lucasfilm abbiamo iniziato a parlare di un nuovo progetto e ad esplorare varie strade». 

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Tra le new entry più intriganti c'è Reva, la «Terza Sorella» degli Inquisitori, una guerriera molto forte interpretata da Moses Ingraham, già nominata agli Emmy per «La regina degli scacchi». Spiega: «Reva è sempre un passo avanti agli altri, una donna molto brillante totalmente assorbita dalla sua missione. Quando guardavo i film di Guerre stellari da bambina, mi dicevano che erano cose da maschi. Invece mi sono divertita a fare la cattiva, e devo ringraziare un personaggio tra i più micidiali della galassia!». Regista del megaprogetto e anche showrunner Deborah Chow, che per Disney ha firmato la serie «The Mandalorian». Questa volta qual è stata la sfida più grande? «Riprendere personaggi iconici, rispettarne le caratteristiche e inserirli in maniera armonica in una storia originale. Il racconto parte da tempi molto oscuri, poi irrompono la compassione, il calore, l'umorismo. Infine, abbiamo cercato di mantenere integro l'elemento importante della saga, il senso della speranza». 

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