Disney, «Once upon a Studio» celebra cento anni di compagnia

In un unico cortometraggio 543 personaggi provenienti da più di 85 cartoni diversi

Una scena di «Once upon a Studio»
Una scena di «Once upon a Studio»
di Matteo Ghidoni
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 07:25 - Ultimo agg. 18:58
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Il 16 ottobre 1923 i fratelli Walt e Roy Disney firmarono il primo contratto per 12 film con la distributrice di cartoni animati newyorchese Margaret Winkler, segnando l'atto di nascita dell'impero di Topolino.

Ma come si celebra, in un unico cortometraggio, un traguardo così significativo, onorando un secolo di film d'animazione straordinari, insieme a tutte le storie e ai personaggi narrati? Questa domanda è stata la sfida davanti alla quale si sono trovati i registi Dan Abraham e Trent Correy nel 2021, mentre iniziavano a immaginare che forma avrebbe avuto il loro progetto dei sogni: «Once upon a Studio», oggi disponibile su Disney +.

Un omaggio a cent'anni di artisti dell'animazione che riunisce un cast di superstar del settore, in un cortometraggio animato di nove minuti che è un concentrato di gioia ed emozioni. 543 personaggi provenienti da più di 85 cartoni Disney diversi, tutti riprodotti secondo lo stile e le tecniche dell'epoca a cui appartengono, rendono questo film, unico nel suo genere, una delizia per gli spettatori di almeno quattro generazioni. «Quando io e Trent ci siamo imbarcati nel progetto, dopo avere fatto insieme “Once upon a Snowman” (corto che aveva come protagonista Olaf di «Frozen») volevamo ricreare la stessa squadra perfetta», spiega il regista Dan Abraham: «Inizialmente lavoravamo in segreto, ci incontravamo nei week end e nelle pause pranzo».

Nessuno infatti sapeva della loro idea di creare un racconto che unisse tecniche di disegno a mano, effetti digitali e riprese live action. «Non era mai stato fatto prima, un progetto talmente ambizioso che un po' ci spaventava».

«È divertente fare l'impossibile» diceva Walt Disney (19011966). Questa sua filosofia ha avuto il merito, non solo di dare forma ad alcune delle storie più celebri dell'ultimo secolo, ma anche di contribuire a plasmare la mentalità di un'intera società, quella americana, che di sogni e ambizioni vive ancora oggi.

Nella sala di El Captain Theater a Hollywood, durante la presentazione di «Once upon a Studio», qualcuno si è trovaro anche ad asciugare le lacrime. «È una storia che racchiude tante emozioni», spiega Trent Correy, «noi stessi creandola ci siamo commossi. C'è nuovo incontro fra la Bella e la Bestia, poi un momento in cui Topolino, nella sua versione originale, si ferma davanti alla foto di Walt Disney per ringraziarlo di tutto il lavoro fatto, come un figlio che ricorda il padre di una grande famiglia. Creando il nostro team quando si trattava di assumere una nuova figura professionale, chiedevamo: qual è il tuo personaggio Disney preferito? Questa domanda ha portato a diversi racconti di persone che ci hanno svelato come ricordassero di quando, da bambini, guardavano quei cartoni assieme ai nonni o ai genitori. Ognuno di noi ha una storia da raccontare a proposito. È questo lo spirito che ci ha guidato creando questo piccolo gioiello».

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Il corto è ambientato alla fine di una giornata lavorativa negli studios della Walt Disney Animation di Burbank, California, quando artisti, tecnici e sceneggiatori si stanno preparando per tornare a casa. Burny Mattinson (una leggenda nel campo, scomparso ad inizio dell'anno dopo aver lavorato alla Disney per settant'anni) è l'ultimo ad andar via. Appena l'edificio si svuota, Topolino e Minnie escono da un quadro appeso al muro e lanciano un appello affinché tutti si radunino per un ritratto ufficiale che celebri i cento anni della casa. Da Biancaneve fino ad Asha (protagonista di «Wish», il prossimo film animato Disney) l'enorme cast comprende eroi e cattivi di sempre, principi e principesse, scudieri, maghi. Personaggi storici e volti nuovi si mescolano e interagiscono nel tentativo di prepararsi, in modo comico, a scattare la storica foto di gruppo, con qualche piccolo imprevisto.

«Tecnicamente è stata una sfida. Da registi, ci siamo occupati principalmente della storia ma accanto a noi avevamo un team di professionisti che ha collaborato instancabilmente. Credo che alla base di tutto ci sia la comunicazione, che abbiamo mantenuto viva, fra i vari reparti. Disegnatori tradizionali si accordavano con animatori digitali su come due personaggi creati con tecniche diverse potessero tenersi per mano mantenendo un aspetto realistico». Uno sforzo che ha prodotto un corto accessibile a chiunque: «Puoi avere 95 anni come 5, in questo film ritroverai personaggi che hai amato», conclude Abraham: «Se Walt Disney fosse qui mi piacerebbe fare come Mickey Mouse: vorrei guardalo in faccia e ringraziarlo per tutto. Lo spettacolo deve continuare e noi siamo orgogliosi di avere dedicato la nostra vita agli show e ai personaggi che Walt ha creato per tutti noi». 

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