«Procida» al Festival di Locarno: domani l'anteprima

Il documentario è fuori concorso ma in lizza per il Pardo Verde Ricola

Procida si racconta al Festival di Locarno
Procida si racconta al Festival di Locarno
di Alessandra Farro
Mercoledì 2 Agosto 2023, 08:00 - Ultimo agg. 3 Agosto, 08:22
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L'isola si racconta e va in trasferta, oltre confine, così vicino, così lontano. Si racconta e va in trasferta con «Procida», il documentario collettivo realizzato dai 12 aspiranti registi del «film atelier» promosso nell'anno da capitale della cultura (ricordate? era solo il 2022, l'anno scorso), sotto la direzione artistica e pedagogica di Leonardo Di Costanzo (Ischia, classe 1958). Prodotto dalla Regione Campania e dalla Film Commission con Antonella Di Nocera per Parallelo 41 Produzioni e la collaborazione del Comune isolano, il particolarissimo documentario è fuori concorso, ma in lizza per il Pardo Verde Ricola, il premio per i film che valorizzano la sostenibilità, l'ecologia e il rapporto tra l'uomo e l'ecosistema, al settantaseiesimo Festival di Locarno, dove sarà presentato in anteprima domani.

I cineasti di domani, tutti campani tra i 17 e i 25 anni, alcuni con esperienze cinematografiche pregresse, altri alle prime armi, hanno vissuto la scorsa estate, tra giugno e luglio, sull'isola di Arturo per partecipare al laboratorio intensivo formativo sulla regia del documentario condotto da Caterina Biasiucci, Claudia Brignone e Lea Dicursi, sotto la direzione del regista ischitano.

Gli obiettivi: insegnare ai ragazzi come catturare dietro la telecamera lo spazio, il territorio, i luoghi quotidiani, la vita privata, ma anche il tempo e l'azione, e come instaurare un rapporto con il soggetto filmato. Dopo una breve introduzione all'uso della macchina da presa e dei microfoni, i giovani si sono divisi in 6 mini-troupe per girare sull'isola e inseguire scorci ed abitanti. I loro nomi? Eccoli: Cecilia Catani, Giorgia Ciraolo, Enrica Daniele, Valentina Esposito, Dario Fusco, Angela Giordano, Simone Greco, Rebecca Gugliara, Ernesto Raimondi, Giorgia Ricciardiello, Nina Rossano, Lucia Senatore, Romilda Di Iorio.

«Abbiamo sviluppato rapporti con le persone da filmare, esplorato i meandri dell'isola, fatto tanti sopralluoghi e tante ricerche di materiali d'archivio, sia pubblici che privati», racconta la produttrice napoletana Di Nocera, da sempre schierata sul fronte del cinema del reale. «Siamo stati noi e l'isola, l'isola e noi. Dopo si è giunti alla scrittura e alla presentazione dell'idea: la costruzione di itinerari e di visioni poetiche a partire dai luoghi dell'isola mediante la ricerca dello sguardo di ciascuna delle storie filmate, fino all'individuazione dei nuclei narrativi del film. Da qui, dalle immagini girate in un mese di laboratorio, nasce il film collettivo che di fatto viene scritto al montaggio con il delicato e intenso lavoro di Lea Dicursi e Claudia Brignone». 

Alcuni bambini che strappano i nastri segnaletici che delimitano l'aria protetta della macchia mediterranea che guarda il mare e si addentrano alla ricerca di legnetti e canne di bambù per costruire una capanna sulla spiaggia; delle signore che si abbronzano sul litorale sedute su sedie di plastica immerse nella sabbia, a riva; un pescatore solitario che ha vissuto tutta la sua vita sull'isola; una donna inglese che rimane sull'isola perché «qui mio marito è intorno a me, è sempre con me, nel mio cuore, nella sua amata Procida, che per me lo rappresenterà sempre». Ancora: una coppia che si è amata per anni a distanza, divisa dalle traversate in mare di lui; tre fratelli (di 5, 8 e 12 anni) che vivono da sempre sull'isola e non vorrebbero andare da nessun'altra parte; una famiglia francese che fa tappa a Procida d'estate da 8 anni e non sceglierebbe nessun altro posto al mondo per trascorrere le vacanze. Ogni storia viene raccontata dai suoi protagonisti, osservati dietro l'obiettivo dagli occhi curiosi e scrupolosi dei ragazzi.

«La realizzazione del film ha confermato le intenzioni del progetto, sedimentare competenze creative e tecniche che restino patrimonio del territorio, valorizzando la formazione e la cultura attraverso il linguaggio cinematografico come strumento per lo sviluppo individuale e collettivo», continua Di Nocera. «Partendo dai giovani e dai loro sguardi, connessi alle radici, ma proiettati nel futuro, il film ha animato un processo che ha coinvolto la comunità e si è nutrito dell'ispirazione dell'isola, capace di guardare al mondo e accoglierlo nella sua anima ricca di storie e di bellezza. «Procida», l'atelier e il film sono importanti come processo di formazione e osservazione, di interrogativi e di ricerca».

Video

Dopo l'anteprima di domani, accompagnatoada Di Costanzo e la Di Nocera con il presidente e il direttore della Film Commission campana, Titta Fiore e Maurizio Gemma, il piccolo grande film che chiuderà all'estero l'anno di Procida come capitale della cultura italiana avrà due repliche al prestigioso festival svizzero, il 4 e il 5 agosto. 

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