Annalisa: «Prove tecniche per definirmi una cantautrice»

Annalisa: «Prove tecniche per definirmi una cantautrice»
di Enzo Gentile
Sabato 28 Maggio 2016, 17:32
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È l'onda lunga del festival di Sanremo, con la speranza che i riflessi della vetrina invernale possano servire per la campagna e il mercato dell'estate: «Se avessi un cuore» è il nuovo album di Annalisa (il cognome sarebbe Scarrone, ma appartiene all'elenco delle «scognomate» lanciate da un talent show, «Amici», nel suo caso), savonese, trent'anni: lo presenterà alle 17.30 alla Mooks, la libreria Mondadori di piazza Vanvitelli.

La corsa iniziata a Sanremo con «Il diluvio universale» riparte così, alla ricerca di una notorietà difficile da consolidare: «Mi premeva tornare all'Ariston con una bella canzone che facesse da ponte al progetto dell'album, ma mi sarebbe certo piaciuto piazzarmi anche per provare a partecipare all'Eurovision, quel tipo di gara mi piace molto e vorrei parteciparvi, prima o poi», confessa lei.«Anche se sono ancora giovane ho già diversi anni di lavoro e quello che ho sempre tentato è di progredire, di migliorarmi, di trovare una chiave espressiva capace di raccontare questa evoluzione, a cominciare dal lavoro di autore. Diciamo che la mia impronta è più netta e precisa che in passato», confessa lei, curiosa del confronto con il pubblico napoletano e vogliosa di farsi accettare nel novero, in Italia non numerosissimo, delle cantautrici: «È la dimensione a cui tendere: non a caso ci sono diversi brani nei quali mi identifico particolarmente. A cominciare dalla title-track che parla di uguaglianza, di tolleranza, delle diversità che possono, devono essere una ricchezza».Se i testi, oltre che di amore, guardano all'attualità, il sound vorrebbe avere orizzonti più vasti di quelli del pop di casa nostra: «Ormai per dare un suono, un'architettura a un disco è fondamentale il produttore: noi ne abbiamo impiegati addirittura quattro proprio per spaziare: una soluzione che all'estero dove sono più coraggiosi risulta consueta, qui magari pare una stranezza».

Tra i crediti spicca anche una collaborazione di grido con la popstar inglese Dua Lipa: «Ci siamo conosciute casualmente e subito è scattata una bella sintonia è così le ho chiesto con grande semplicità se non avesse un pezzo per me. Rapidamente mi ha mandato Used to you, che io propongo anche in versione italiana: la cosa ha funzionato perfettamente anche in considerazione che per lei, giovanissima e in crescita clamorosa, è la prima volta. Sarebbe bello ritrovarsi».Intanto, dopo i due concerti di assaggio a Milano e a Roma, Annalisa è in attesa del vero e proprio tour che, dopo una tappa in Svizzera, scatterà in luglio.
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