Tornano i grandi concerti, il fronte del palco si mobilita contro il biglietto nominale

Tornano i grandi concerti, il fronte del palco si mobilita contro il biglietto nominale
di Enzo Gentile
Sabato 30 Marzo 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
Sta per ripartire la stagione dei grandi concerti all'aperto, capaci di raccogliere decine di migliaia di spettatori a sera, ed ecco che fioriscono le polemiche e i dibattiti sul mercato parallelo dei biglietti a prezzo maggiorato: lo scandalo del secondary ticketing, portato alla luce da un'inchiesta di un paio d'anni fa del programma «Le Iene». Ne seguirono denunce, ma il mese scorso sono stati tutti assolti.

La distorsione che porta sul mercato, a disposizione degli interessati, ingressi a costi anche decuplicati, anche al cospetto di un «tutto esaurito» dichiarato con mesi di anticipo, prosegue imperterrita: nonostante sia nel frattempo stata emanata una legge, voluta dal Movimento Cinque Stelle, già entrata in vigore, che dovrebbe essere operativa per i biglietti in vendita dall'1 luglio imponendo il nome del proprietario su ogni singolo biglietto.
 
Le nuove norme, sostiene Maurizio Bernardi, avvocato di Ticket One, Ticket One, il maggiore soggetto di prevendita attualmente in campo, «hanno il pregio di essere chiare e di essere tra le migliori a livello internazionale: proibiscono la cessione a prezzi maggiorati, impongono sanzioni importanti e introducono, come freno a questa cattiva abitudine, la nominalità del biglietto». Ma, in realtà, grande è la confusione sotto il cielo e la situazione non è eccellente, come sottolinea Stefano Lionetti, amministratore delegato di Ticket One: «Innanzitutto, basta andare in rete e ancora oggi troviamo i biglietti dei massimi appuntamenti di stagione tranquillamente acquistabili a prezzi stratosferici. Si provi a cercare per una data di Vasco Rossi, Ligabue o Jovanotti, solo per citare alcuni protagonisti dell'estate, e vedremo che tre siti, due svizzeri e uno britannico, hanno numerose offerte on line. Già questo sarebbe illegale e noi chiediamo alla politica e alle autorità di intervenire: la legge è già stata approvata, dovrebbe essere vigente e senza eccessivi sforzi si potrebbe, se non chiudere ViaGoGo, StubHub e MyWayTicket, i siti che continuano a vendere alla luce del sole, almeno inibire l'accesso dall'Italia. Un'operazione semplice».

Con questa iniziativa, però, non si risolverebbero le questioni e i problemi che si annunciano in prospettiva: «Da parte nostra», prosegue Lionetti, «abbiamo da tempo intensificato i controlli e le azioni di prevenzione del bagarinaggio on line, ma bisogna andare oltre. In questo senso abbiamo presentato un esposto all'Agcom, l'autorità preposta, per sollecitare l'applicazione della legge e per chiedere una proroga e una revisione delle regole appena introdotte che renderebbero la macchina dei concerti più lenta, faticosa e costosa per tutti».

Alla presa di posizione, e alle perplessità, di Ticket One, si affianca quella di Assomusica, che raccoglie e rappresenta la gran parte degli operatori del settore: «I consumatori devono sapere che con l'introduzione dall'1 luglio del biglietto nominativo per i concerti dal vivo i costi aumenteranno e saranno loro a pagarli; che cambiare il nome dell'utilizzatore non sarà una procedura veloce, che si creeranno più code agli ingressi per le necessarie verifiche dei documenti. Questo emendamento nell'ultima legge di bilancio rischia di generare solo un grande caos», polemizza Vincenzo Spera, il salernitano presidete della Confindustria del fronte del palco.

Il settore si compone di circa un migliaio di imprese, che danno lavoro a oltre 36.000 persone, mentre gli spettatori coinvolti lo scorso anno sono stati quasi dieci milioni: Ticket One ha calcolato che, se le norme resteranno tali a partire da luglio 2019, gli interessati saranno circa tre milioni e mezzo (infatti il biglietto nominale dovrebbe applicarsi solo per appuntamenti in spazi oltre i 5.000 posti).

Di fondo, poi, c'è l'italica convinzione che anche il biglietto nominale sia una trovata «nominale» e non sostanziale: oggi non si perseguono i webpirati della musica, domani, come negli stadi, si entrerà tranquillamente con il biglietto di un altro.
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