Muti accende Pompei: «Questa è casa mia, il cuore parla meglio»

Trionfale esibizione del maestro tra gli scavi

Riccardo Muti
Riccardo Muti
di Donatella Longobardi
Mercoledì 12 Luglio 2023, 09:44 - Ultimo agg. 16:40
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Pompei s'accende, il Teatro Grande applaude Riccardo Muti tornato a dirigere sotto il Vesuvio. "Questa è casa", dice il maestro napoletano evidentemente commosso alla fine di un tour de force che lo ha visto in pochi giorni sul podio prima a Ravenna, poi a Jerash in Giordania, infine a Pompei. Occasione l'annuale «Concerto dell'amicizia» del «Ravenna festival», un ponte di note nel segno della pace e della solidarietà che dal 1997 unisce alla capitale bizantina della Romagna realtà difficili o tormentate dei nostri giorni.

Non a caso Muti ha scelto in questa edizione di visitare la Giordania e il campo profughi Unhcr di Za'atari, da 12 rifugio di disperati che fuggono dalla guerra in Siria, ma anche da molti altri paesi africani. E non a caso ha portato la musica nel campo e tenuto un concerto nell'antica città romana di Gerasa, Jerash, la Pompei araba, sepolta per secoli sotto la polvere del deserto prima di essere oggetto di scavi. Muti ha suonato in un teatro dalla forma e le dimensioni simili al teatro pompeiano come ha evidenziato il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, in prima fila nella organizzazione dell'evento. In Giordania la scena è intatta, le pietre delle gradinate sconnesse. Qui la suggestione del Vesuvio, l'atmosfera rarefatta dal caldo, le gradinate piene creano un'atmosfera particolare, non mancano il governatore De Luca (con cui ha avuto un colloquio privato) e il ministro Sangiuliano: «Conosco il maestro da tempo, quando consegnarono a lui e a me nella stessa occasione il Premio Elsa Morante a Procida. Sono un suo estimatore, lo inviteremo a ritornare a Napoli, al San Carlo». In platea anche Miuccia Prada, Sylvain Bellenger, Alessio Vlad, Ruggero Cappuccio, Maurizio Pietrantonio, Dino Falconio, Massimo Osanna.

La cavea sgombra chiude come in un catino 92 musicisti dell'Orchestra Giovanile Cherubini, cui, come tradizione nei «Concerti dell'amicizia», si aggiungono elementi dei Paesi che si visitano, in questo caso 9 giordani.

Si ripete il programma di Ravenna e Jerash. Brani dal secondo atto di «Orfeo» di Gluck, poi «Casta diva» dalla «Norma». Muti scende dal podio e lascia spazio a musicisti siriani e giordani che eseguono musica tradizionale e un antico canto della regione tra il Tigri e l'Eufrate. Muti conclude con «Il canto del destino» di Brahms. E la commozione si fa tangibile.

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Il pubblico di Pompei tributa una standing ovation al maestro, stanco, ma felice: «Il senso di questi viaggi dell'amicizia è proprio creare un rapporto tra persone che parlano lingue diverse, hanno culture diverse e vivono realtà diverse ma sono accomunate dal sentire parlare il cuore attraverso la musica», ripete Muti. Anche se qui, a Pompei, c'è un elemento in più perché Napoli è vicina e il rapporto del maestro con la città dove è nato è sempre più importante. Il concerto di Pompei con immagini registrate anche in Giordania sarà trasmesso da Raiuno il 5 agosto in seconda serata.

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