Ornella Vanoni, Calma rivoluzionaria live: «Nuda e fragile per sempre»

Doppia versione, vinile e cd, e tripla copertina protagonista la luna

Il ritorno di Ornella Vanoni
Il ritorno di Ornella Vanoni
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Venerdì 1 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:01
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A 89 anni (ne compirà 90 il prossimo 22 settembre), Ornella Vanoni torna al disco con «Calma rivoluzionaria live», registrato durante il suo tour nei teatri, suonato da una band di sole jazziste, con l'aggiunta del singolo del titolo, diviso con Samuele Bersani, qui anche produttore, compagno d'avventura ideale per riportarla in sala di registrazione dopo l'intervento al cuore dello scorso anno. Il repertorio è quello vanoniano doc: «L'appuntamento», «La voglia, la pazzia», «Io so che ti amerò», «Samba per Vinicius», «Tristezza (per favore vai via). Ma c'è anche «Vita» rubata a Gianni Morandi, e, poi, naturalmente il «suo» Gino Paoli («Una lunga storia d'amore»), il Tenco di «Mi sono innamorato di te», il Giorgio Conte di «Sotto il sole con il mare» o il Daniele di «Anima», intensissima: «Quello era il pezzo più adatto a questa avventura, a questo tour per sole jazziste. Ho fatto così tanti giri di concerti con soli uomini che me la sono goduta alla grande», ricorda. «Ma c'è anche un altro pezzo di Pino per cui impazzisco, “Sulo pe' parla'”, che magari qualcuno non capisce perché è in dialetto stretto, ma mi emoziona e mi culla ogni volta che lo sento, che lo canto, soprattutto che lo sento cantare da lui, voce d'angelo: se gli angeli esistono devono avere la voce del Lazzaro felice».

La voce dell'Ornella nazionale, intanto, è una voce che confessa di aver vissuto, anche se lei continua a sfoggiare un'intonazione invidiabile e si gode l'accompagnamento largo delle sue jazziste anche per permettersi respiri, pause, nuovi birignao che abbelliscono un canzoniere importante, a cui non manca un secondo inedito, «Camminando» di Pietro Cantarelli: «Presentarsi di fronte ad un pubblico, trovare sempre delle nuove cifre stilistiche per rendere speciale un tour non è mai semplice e richiede cura e amore in ogni singolo dettaglio», spiega la Vanoni: «Mi sono messa a nudo ancora una volta», dice ed è vero, ha lasciato nell'album anche gli ironici mini-monologhi con cui aveva impaginato il suo spettacolo teatrale, perché «dentro quelle parole, come in quelle canzoni, ci sono le mie fragilità, ma anche la mia voglia di celebrare la vita».

L'incontro con Strehler, «la brava bambina» che diventa «la donna perduta» che si è messa con «l'uomo di teatro e di sinistra», l'incognita metaverso, il piacere di lavorare con Vinicius De Moraes e Chico Buarque De Hollanda, la necessità di un abbraccio, «anche ora, soprattutto ora».

Doppia versione, vinile e cd (quest'ultimo con repertorio più abbondante), tripla copertina protagonista la luna, ma in diversi colori: gialla, bianca e azzurra. «Calma rivoluzionaria» conferma l'antico rapporto con il grande canzoniere brasiliano: Bersani ha riscritto per lei una chicca di Marisa Monte, «Calma» il titolo originale, sostituito da un ossimoro perfetto che è un inno alla vita «slow»: «Il pezzo aveva un testo molto più leggero, Samuele, amico e ultimo dei cantautori, gli ha dato un altro senso, parla della guerra che viviamo ogni giorno. La fretta fa male, la guerra fa male, non si fermerà per la nostra canzuncella, ma mi piace intonarla proprio in questo momento. Io amo da sempre la musica popular brasileira e sono contenta di averla incontrata ancora una volta: la ritmica viene da lì».

Deliziosa, come sempre, la sua ironia, ma anche il suo farsi subito seria. Le chiedete di Gino Paoli? Risponde parlando di «quello che abita a Nervi, che non risponde al telefono», poi ricorda le sue canzoni: «Scrive molto bene, ma non è criptico come un Ivano Fossati, è popolare, arriva subito e a tutti, le prime frasi dei suoi pezzi sono già la sintesi del brano. Gli voglio ancora bene, ci sentiamo sempre, anche gli amori non finiscono mai, diventano profonde amicizie». 

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Ci vuole «Calma rivoluzionaria», insomma, per diventare Ornella Vanoni, per aver vissuto tutte le sue vite e volerne vivere altre ancora e cantarle, «fino a quando è possibile». Senza mai dimenticare «L'appuntamento», della premiata ditta Roberto ed Erasmo Carlos (ispirati dalla «Honey, I miss you» di Bobby Goldsboro), tradotta per lei nel lontano 1970 da Bruno Lauzi: «Con quella sono entrata nel cuore degli italiani, mi perseguiterà fino alla fine. Ha cambiato la mia vita ed ha qualcosa di misterioso». 

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