Inviato a Sanremo
Sangiovanni apre giocando al Fantasanremo, quasi che gli premesse più del vero Sanremo. Lorena Cesarini piange mentre racconta il razzismo vissuto sulla sua pelle di italiana nera. Truppi sfila i lookmaker ed intona in canottiera la sua bella canzone d’autore, «Tuo padre, mia madre, Lucia». Francesco Sarcina stona (anche per lui problemi di audio come per Ranieri nella prima serata? Sarebbe grave per un festival della canzone). Checco Zalone fa il populista, entra dalla galleria, dove sta «la gente», poi però destruttura la favola di Cenerentola, ambientata in Calabria e sostituita da Oreste do Brasil, che solo una fata può fargli scomparire «li pili e lu pomo d’Adamo». Il «cunto» lgbtq+ è in dialetto, Amadeus fa da spalla, al ballo nel palazzo del re sfilano bellissime senz’anima poi arriva lui/lei, il principe se ne innamora e lo/la vede scappare, sta per scoccare l’ora in cui ridiventerà «normale». Quando torna per reclamare la scarpina persa, calza un 48, rivela sua identità e il re che sognava di portare all’altare il figlio fa l’omofobo: «Rincoglionito, ho un figlio pervertito, veramente come sposa mi porta questa cosa?». Eppure era «un cliente affezionato, gli piace ‘a soppressata». Il principe non regge, vorrebbe tentare il suicidio, ma Checco si siede al pianoforte e presta la voce a Oreste sulle note di «Almeno tu nell’universo», canzone che, proprio all’Ariston, rilanciò nel 1989 Mia Martini, a cui quest’omaggio sarebbe piaciuto, eccome.
«Sao ‘a gente è strana, che vuole ‘a fragola e ‘a banana.
La serata riprende, al trio Pausini-Mika-Alessandro Cattelan viene affidata l’edizione italiana dell’Eurovision in programma a maggio a Torino, Emma (con Francesca Michielin sul podio) si commuove e con «Ogni volta è così» riporta l’attenzione sulla gara, oltre che sul femminismo, visto che fa con le mani il gesto della vagina per sottolineare il verso «siamo sante o puttane. Per quanto si può, perché ormai tutti aspettano il ritorno di superChecco, che ha in serbo altri numeri canori: sotto le mentite spoglie del trapper Ragadi, assistito dai produttori Cisti e Fellea, sforna, con tanto di autotune, «Poco ricco», che capovolge i luoghi comuni sui rapper di periferia; «Pandemia ora che vai via» (sulla melodia di «Nostalgia canaglia») è invece il canto di Oronzo Carrisi, virologo disperato, e quasi disoccupato di fronte alla possibile uscita dal Covid. Cugino di Al Bano, veste come lui ma lo detesta: «La curva è andata giù, sta per finire il sogno, nessun o si spaventa più manco a Codogno. E il bollettino non fa più notizia e Fazio mi ha già tolto l’amicizia».
Il responso della sala stampa, unito a quello di martedì sera, fornisce la prima vera classifica di questo Sanremo. che si allinea alle previsioni della vigilia senza riuscire a segnalare più di tanto le proposte più interessanti e originali. Si parte con Elisa in testa davanti a Mahmood&Blanco, con la sorpresa della Rappresentante di Lista sul gradino più basso del podio. Seguono Dargen D’Amico, Gianni Morandi, Emma, Ditonellapiaga & Rettore applauditissimi ieri sera, Massimo Ranieri, Irama, Fabrizio Moro. Giovanni Truppi è undicesimo, davanti a Noemi, Sangiovanni, Michele Bravi, Rkomi, Achille Lauro, Matteo Romani, Highsnob & Hu, Giusy Ferreri. Alle ultime posizioni Iva Zanicchi (che si consola con una standing ovation), Aka 7even, Le Vibrazioni, Yuman, Tananai, Ana Mena.
Stasera spazio al televoto ed alla giuria demoscopica. Arrivano Cesare Cremonini e Drusilla Foer ma, soprattutto, tutte e 25 le canzoni in gara: noi speriamo che ce la caviamo.