Bellavista torna a teatro: «Ma la Napoli di De Crescenzo non c'è più»

Bellavista torna a teatro: «Ma la Napoli di De Crescenzo non c'è più»
di Luciano Giannini
Venerdì 19 Novembre 2021, 12:22 - Ultimo agg. 20 Novembre, 08:12
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Si definisce «napoletano tedesco, incontro vincente di fantasia e disciplina. È quel che sogno per la mia città. La Capria insegna: Napoli o ti ferisce a morte o ti addormenta. Ecco il pericolo: restare passivi. Oggi non è più tempo di San Gennà', futtatenne. Gettiamo alle ortiche la zavorra del provincialismo, guardiamo al mondo e creiamo, ma con disciplina. È quel che tento di fare io ogni giorno». Novello e felice papà, un arcobaleno di progetti, l'inesausto Geppy Gleijeses riprenderà stasera all'Augusteo la fortunata sua versione teatrale di «Così parlò Bellavista», firmandone la regia e vestendo i panni che furono di Luciano De Crescenzo. Con lui, tra gli altri, l'amica Marisa Laurito, Benedetto Casillo, che sarà Salvatore, vice-sostituto portinaio, l'unico nello stesso ruolo che ebbe nel film; quindi, Vittorio Ciorcalo, Gigi De Luca, Gianluca Ferrato.

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Gleijeses, le novità dell'allestimento?
«All'Augusteo festeggeremo le cento repliche, presentando la gold edition, con una scena in più, godibilissima, tratta dal libro e non dal film, in cui l'ingegner De Crescenzo comunica alla madre di essere stato assunto dalla Ibm. Lei, però, non sa che cosa sia; e ignora l'esistenza dei calcolatori elettronici: A Napoli non ce sta niente a calcolà'. In compagnia, poi, manca Elisabetta Mirra. Come suo secondo padre, le ho permesso di seguire Maurizio de Giovanni nella nuova avventura teatrale».

Ricordiamo al pubblico l'impianto scenografico.
«La vicenda si ambienta non nel cortile del palazzo in cui Luciano girò il film, che è in via Foria, bensì in una corte che è anche luogo della mente, quella splendidamente barocca del palazzo dello Spagnolo, ai Vergini.

Là, sulle scale, e nelle diverse zone del palcoscenico di volta in volta esaltate dalle luci, si svolge l'azione, che esonda anche in platea, per esempio nel siparietto del cavalluccio».

Tra i tanti progetti che ha, c'è anche la prima edizione del Festival internazionale di Capri.
«Ci sto già lavorando. Il prologo, a settembre scorso, è stato un successo. Oltre le attese. Ringrazio il governatore De Luca - la sua Regione è quella che investe di più in cultura - i sindaci di Capri, Procida e il Polo museale della Campania. Oltre a una ricca rassegna stampa, ho ricevuto molte mail. Una mi ha colpito; è una lettera in cui un certo Carlo Saudella, plaudendo all'iniziativa, mi ha scritto: Vivo all'estero, e oggi, dopo il concerto nella Grotta azzurra, mi sento fiero di essere italiano».

Che cosa prepara per la prossima stagione?
«La lettura del Resto di niente, vista proprio a Capri, stavolta con Isabella Rossellini al fianco della Laurito e di un pianista illustre come Sandro Di Palma. Così è se vi pare di Pirandello, in cui dirigerò Milena Vukotic e Pino Micol. L'allestimento avrà le installazioni di Michelangelo Bastiani, video artista di fama internazionale, che ha creato mini-ologrammi tridimensionali dei personaggi, che appariranno in una vasca vuota per pesci. Strabiliante! Quindi, il mio settimo Eduardo, Uomo e galantuomo, dove sarò diretto da Armando Pugliese».

Torniamo a Bellavista. La Napoli di oggi è cambiata.
«Sì e, forse, incattivita; perciò non ho voluto aggiornare nulla. Il nostro spettacolo è il ritratto d'epoca di una città passata; ma resta viva la visione di De Crescenzo, che non era un tutore dell'oleografia, ma un poeta, tenero e alto; e un lucido filosofo, che ha tanto da insegnarci».
 

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