«Doc. Nelle tue mani», la terza stagione oggi e domani al cinema

Riecco Luca Argentero: «Il paziente viene prima di tutto»

Matilde Gioli e Luca Argentero
Matilde Gioli e Luca Argentero
di Titta Fiore
Lunedì 18 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 07:27
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Torna «Doc. Nelle tue mani» e la sfida dei protagonisti tra presente e passato, tra memoria e realtà diventa sempre più alta. Torna la serie dei record d'ascolto, oggi e domani eccezionalmente al cinema con le prime due puntate, poi dall'11 gennaio in tv, su Raiuno in otto attesissimi appuntamenti. Torna Luca Argentero nei panni del dottor Andrea Fanti, il medico che per un colpo di pistola alla testa ha perso dodici anni di ricordi. E con lui torna la sua equipe, con Matilde Gioli, Sara Lazzaro, Pierpaolo Spollon, Giovanni Scifoni, Elisa Di Eusanio, arricchita di tre nuovi specializzandi interpretati da Giacomo Giorgio, Elisa Wong e Laura Cravedi che movimenteranno non poco la vita dell'immaginario Policlinico Ambrosiano.

Dunque, dopo aver affrontato il Covid, Doc ha riconquistato il posto da primario e fa del suo meglio per gestire il reparto, cercando di raggiungere gli obiettivi fissati dalla direzione sanitaria senza rinunciare alla qualità delle cure e all'attenzione nei confronti dei pazienti.

Poi un giorno, al termine di una dura giornata di lavoro, il medico più amato dagli italiani viene folgorato da un frammento di ricordo che credeva perduto per sempre e in lui si riaccende la speranza di recuperare la memoria. Ma l'ipotesi destabilizza le donne della sua vita, l'aiuto Giulia che aveva avuto una relazione con lui prima dell'incidente, e l'amatissima ex moglie Agnese.

Medical drama, ma anche family e racconto investigativo, «Doc» ha saputo conquistare un pubblico trasversale, portando a casa risultati eccezionali: 8 milioni di spettatori e 30 per cento di share in piena pandemia, nel 2020, confermati quasi al millimetro due anni dopo. All'estero è stato venduto in Francia, Ungheria, Canada, Australia, Giappone e ora Sony e Fox ne faranno un adattamento americano, ma con una donna protagonista. Qual è il segreto della serie, Argentero? «È una storia che parla al cuore, e questo aspetto va forte a tutte le latitudini. Ha emozionato noi per primi e poi i buyers di tutto il mondo. Arrivati alla terza stagione, la cosa più difficile era mantenere alto il livello di tensione, ma Pierdante Piccioni, il medico cui ci siamo ispirati, è stato bravo a tenerci ancorati alla realtà». L'altro grande tema è «la gestione del camice da primario», ovvero la gestione del potere. Dice l'attore: «L'approccio economico delle moderne aziende sanitarie stride con la visione della medicina che ha Doc. Oggi i reparti sono sempre più specializzati, gli esami sempre più costosi e il paziente viene considerato una fonte di reddito. Invece, per me, al centro di ogni azione deve esserci la persona. Utopia? Può darsi, ma è un'utopia a portata di mano, basta volerlo. La serie parla di questo».

Infatti la nuova direttrice amministrativa pone subito a Fanti un aut aut: se gli obiettivi di bilancio non saranno raggiunti, il reparto verrà ridotto e accorpato e lui sarà riassegnato ad altri compiti. Ma se questo accadesse, Doc perderebbe il suo gruppo e la possibilità di far riaffiorare i ricordi collegati al ruolo di primario. Naturalmente il nostro eroe farà di tutto per impedirlo. «Io la penso come Doc» commenta Argentero, «ogni ricordo è prezioso, anche se fa soffrire. Considero un privilegio interpretare un personaggio così positivo e sono orgoglioso dell'affetto che suscita». Si è mai sentito un po' Doc? «Diciamo che dopo anni di riprese so leggere meglio di prima i risultati degli esami del sangue... Ma all'università non ho mai pensato di fare Medicina, non potrei convivere con un tasso così alto di responsabilità».

Dietro la macchina da presa c'è di nuovo il veterano Jan Michelini (con Nicola Abbatangelo e Matteo Oleotto). Luca e Matilde Bernabei di Lux Vide, società del gruppo Fremantle, sono produttori con Rai Fiction: «Doc piace perché parla di medici appassionati del proprio lavoro e attenti al paziente, sono i dottori che tutti vorrebbero avere». Ci sarà la quarta stagione? È molto probabile. «L'arco narrativo del progetto prevedeva tre cicli» spiega Argentero. «Farei il quarto? Sull'onda dell'entusiasmo dico sì, certo. Poi dipenderà dal progetto che metteremo in campo». Qual è il tratto che l'accomuna a Doc? «L'empatia, anch'io riesco a creare buoni rapporti con le persone, ma non sono bravo come lui». 

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