Filumena Marturano, Massimiliano Gallo è Domenico Soriano: «Un eterno Peter Pan»

«Il mio sogno è Napoli milionaria, mi piacerebbe farla in televisione e in teatro»

Massimiliano Gallo è Domenico Soriano
Massimiliano Gallo è Domenico Soriano
di Titta Fiore
Giovedì 15 Dicembre 2022, 11:00
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I capelli scuriti con il vecchio lucido da scarpe, la cromatina, un ciuffo bianco traditore, l'eleganza esagerata degli arricchiti, un cuore che non vuole invecchiare: Massimiliano Gallo è Domenico Soriano, l'altra parte di Filumena. Un personaggio iconico. Eduardo se lo cucì addosso cesellandolo da par suo, e dopo di lui al cinema c'è stato Marcello Mastroianni. Pezzi da novanta.

Come ci si confronta con due miti, Massimiliano?
«Io mi avvicino a ogni ruolo con grande umiltà, studiando alla follia il testo e il sottotesto.

L'ho fatto anche qui, con Eduardo non si può sgarrare, e poi mi sono calato nei vestiti di Soriano, dimenticandomi di me».

Che idea si è fatto di don Mimì Soriano?
«È un eterno Peter Pan, e questo atteggiamento lo rende un personaggio purtroppo attualissimo, un commerciante pieno di soldi che corre appresso alle ragazze perché non vuole invecchiare. Ma diventa tenero quando scopre la paternità e l'accetta. Un passaggio molto bello verso la maturità. Per quelli della mia generazione Soriano è Mastroianni nel film di De Sica con Sophia Loren. Un uomo malato di infantilismo che ha voglia di confrontarsi ancora con un mondo che non gli appartiene più. Ecco perché si tinge i capelli, per sembrare giovane».

Il film si concede degli sconfinamenti, ampliando la storia di alcuni personaggi, come l'amante Diana, qui figlia di senatore e aspirante attrice.
«Gli autori hanno sviluppato ciò che in teatro non si può vedere, come il vissuto di Filumena nel bordello o i flash-back con i figli bambini, e anticipato o posticipato alcune scene. Ma tutto è rimasto in linea, leggendo la sceneggiatura non ti accorgevi dei cambiamenti. Non è mai facile approcciarsi a un gigante come Eduardo, qui hanno fatto premio la sensibilità e il rispetto del regista Francesco Amato, un piemontese con Napoli nel cuore».

La chiave?
«L'importante è non stravolgere il testo. Eduardo è un autore gigantesco e ha specificato anche le virgole, non c'è niente da scoprire, va letto con grande attenzione e interpretato con grande rispetto. Nel nostro caso il lavoro di regista e sceneggiatori ha reso questa straordinaria commedia un film, ma rispettando tutto l'impianto teatrale».

Dopo il successo di «Imma Tataranni» è tornato a fare coppia con Vanessa Scalera.
«Per me era l'unica che potesse interpretare Filumena, ha la forza di Anna Magnani, ha fascino, recita con il sangue. In scena siamo affiatassimi, ci tuteliamo l'uno con l'altra. Filumena e Domenico sono legati da un amore malato, mi sono detto che avremmo dovuto raccontare la brace mia spenta tra loro, il non detto che li ha tenuti insieme per venticinque anni, nonostante l'immaturità di lui e il vissuto di lei».

De Filippo scrisse «Filumena Marturano» per sua sorella Titina.
«Nella commedia c'è molto della loro vita di figli illegittimi. Assieme a Cechov, Eduardo è il più grande narratore di dinamiche familiari, conosce l'animo femminile come pochi. La sua Filumena è come Medea. Ma c'è di più. Eduardo non è solo un drammaturgo geniale, è un attore immenso maestro di tutti gli effetti teatrali. Quando facevamo Natale in casa Cupiello con Carlo Giuffrè, 500 repliche e 10 miliardi di lire d'incasso, ogni sera all'entrata in scena dei Magi veniva giù il teatro. All'apice della tragedia. Un meccanismo perfetto».

Eduardo è stato Mimì Soriano anche al cinema, nel 51, con Titina. Lo ha visto?
«L'ho visto, per curiosità, ma in ogni caso non conviene mai rifarsi a dei modelli, meglio rischiare in prima persona. Riproporre le opere di De Filippo per i giovani che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo è un dovere e un onore».

Le piacerebbe continuare su questa strada?
«Il sogno mio è Napoli milionaria, mi piacerebbe farla in televisione e in teatro».

Intanto a cosa lavora?
«Sono in tournée con lo spettacolo Stasera punto e a capo, sugli anni Ottanta, e a metà gennaio sarò a Napoli, al Diana, con un testo inedito di Ivan Cotroneo, per la prima volta autore e regista teatrale di Amanti, una storia d'amore con i toni della commedia».

Sempre per Raiuno sta girando la quarta serie dei «Bastardi di Pizzofalcone», poi comincerete le riprese della terza stagione di «Imma Tatarann». E l'avvocato Malinconico?
«È il personaggio che in assoluto amo di più perché slitta continuamente dalla commedia al romanticismo, dall'ironia al dramma. Interpretarlo è stato un regalo bellissimo. La Rai è intenzionata a rifarlo, noi siamo pronti». 

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