Giampiero Mughini, lettera al Grande Fratello: «Mi mancheranno tutti molto». Poi il saluto speciale

Il giornalista e scrittore ha voluto salutare i suoi compagni d'avventura del Grande Fratello e ha rivolto un pensiero speciale a uno di loro

Giampiero Mughini scrive una lettera ai suoi ex coinquilini: «Mi mancheranno tutti molto». Poi, il saluto speciale
Giampiero Mughini scrive una lettera ai suoi ex coinquilini: «Mi mancheranno tutti molto». Poi, il saluto speciale
Sabato 18 Novembre 2023, 19:57 - Ultimo agg. 22:36
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Durante l'ultima puntata del Grande Fratello, Giampiero Mughini ha fatto sapere agli altri concorrenti del reality show, di volersi ritirare. Il giornalista ha trascorso diverse settimane all'interno della casa più spiata d'Italia ma ha, poi, capito che il format non faceva proprio per lui che sentiva troppo la mancanza della famiglia e dei suoi libri e quotidiani. In una lettera, però, Mughini ha voluto ringraziare tutti i suoi compagni di viaggio, in particolare uno. 

La lettera di Giampiero Mughini

Giampiero Mughini ha voluto salutare i suoi ormai ex compagni di casa con una lettera che ha indirizzato a Dagospia: «Mi mancheranno molto gli uomini e le donne con i quali per un mese e passa ho convissuto nella dannatissima "Casa del Grande Fratello" che sorge, assieme straripante e impervia, sulla collinetta di Cinecittà.

E siccome i miei compagni di avventura rimanevano a confabulare sino a tarda notte, laddove io mi attenevo alla ormai remota abitudine di chiudere la giornata entro alla mezzanotte, alla mattina non mi svegliavo mai dopo le otto. Quando ancora la gran parte della nostra congrega stava dormendo il sonno dei giusti».

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Il saluto ad Alex Schwazer

Infine, Giampiero Mughini ha concluso la sua lettera, salutando ed elogiando l'amico Alex Schwazer: «Vederlo allenarsi ogni mattina era per me, che amo lo sport alla pazzia, uno spettacolo indimenticabile. Alto 1,87 Alex è un uomo del tutto verticale. Dalla cintola in su è magrissimo, tutt’ossa. Dalla cintola in giù le sue gambe sono come segnate da un unico e lunghissimo muscolo che è come se le rendesse bollenti di agonismo. La sua falcata è ai confini con l’opera d’arte, le gambe è come se poggiassero sul terreno e rimbalzassero e attraversassero l’aria nello stesso tempo. Una falcata dopo l’altra, a un tempo che Alex cronometrava e che era superiore di niente a quello dei suoi trionfi di quindici anni fa. Di prima della pena che gli ha inflitto la Wada. Ti abbraccio, Alex». 

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