Luna Rossa, Matteo Celon sfida
New Zealand come Il papà Ciccio

America's Cup, Matteo Celon con Luna Rossa sfida il Team New Zealand come accaduto al papà "Ciccio"
America's Cup, Matteo Celon con Luna Rossa sfida il Team New Zealand come accaduto al papà "Ciccio"
di Francesca Lodigiani
Lunedì 1 Marzo 2021, 11:33 - Ultimo agg. 12:25
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Matteo Celon, classe 1996, grinder di Luna Rossa di Torri del Benaco, riva veronese del Lago di Garda, il più giovane del Team, la mascotte,  è figlio d’arte. Suo padre Claudio, per tutti Ciccio, ha un curriculum velico lungo quanto un’autostrada. Dalle Olimpiadi in Flying Dutchman col fratello Mario nell’ 84 e  88, a quelle in Soling nel 1996, a un assaggio di Coppa America nell’86 su Italia in Australia, dove c’era anche Azzurra, quella meno riuscita della seconda sfida. Non solo: oltre a centinaia di regate dei circuiti velici top, si è sparato anche una Volvo Ocean Race, il Giro del Mondo a tappe, ma soprattutto ha vissuto la  bella avventura della prima Luna Rossa “ Silver Bullett” culminata con la vittoria delle selezioni tra challenger, allora Louis Vuitton Cup, vinta per 5 a 4 nella storica battaglia navale con America One di Paul Cayard.

Dopo 21 anni Matteo con una Luna Rossa che vola, letteralmente, a velocità impensabili allora, ha vinto quelle stesse regate, oggi Prada Cup, per 7 a 1 contro gli inglesi di Ineos Team UK di Sir Ben Ainslie. Quindi in questo superando il padre in termini aritmetici. Aveva 4 anni allora Matteo a Auckland dove Ciccio con la moglie Daniela e il fratellino  Davide di pochi mesi, si era trasferito con Luna Rossa. Ma di quella parentesi  ricorda poco. “ La vivo più  attraverso le foto” racconta via WhatsApp col suo viso da sportivo aperto, simpatico, che esplode a intermittenza in grandi sorrisi, alla fine di una giornata di palestra e di riunioni prima, e di  sei ore di uscita  in mare per allenamento poi.

Quanto ha inciso esser figlio d’arte, sulla tua scelta della  vela?

 “Veramente quella cosa all’inizio mi ha fermato. Da piccolo avevo provato l’Optimist, ma non mi piaceva tanto  specie col vento e le onde. Però mi piacevano gli sport in genere. É sportiva anche mia mamma, insegnante di educazione fisica, sciatrice, bagnina, e mio padre, che non mi ha mai spinto, ama molto anche la montagna. Io all’inizio, agonisticamente, ho fatto judo e atletica.  Anche mountain bike.  Mio nonno, grande appassionato di rugby, mi aveva portato a provare a Fumana, dove mi avevano  individuato come ala, ma non mi era piaciuto. La vela è tornata sotto forma di Laser, un singolo, a 15 anni. Prima 4.7,poi Radial e poi  Standard.  Stavo facendo l’Istituto Tecnico Turistico, scelto perché mi lasciava il sabato libero per fare sport e andare in barca. È allora che ho deciso di diventare un professionista nella vela e  sono riuscito a entrare nell’ agonistica di Laser. Sognavo le Olimpiadi.”

Regate con tuo padre ?

“Una volta in una  di  J 70 alla Fraglia Vela Malcesine dove lui era con Vasco ( Vascotto ). Mi ha preso l’armatore, Alberto Rossi. Il vecchio non lo sapeva e ha fatto una bella esclamazione quando mi ha visto. “

Come è arrivata Luna Rossa nella tua vita di velista?

“È successo a dicembre 2017. Suona il telefono ed è Pietro Sibello. Mi sono detto forse vuole papà. Invece la chiamata era per me. Luna Rossa aveva fatto un accordo con la Federazione Vela, il programma New Generation, perché  segnalasse ragazzi prestanti da provare e gli avevano segnalato me.  Tra gennaio e marzo 2018 facevano andare i ragazzi  a Cagliari per una settimana a provare. Io sono andato nella prima e alla fine Max Sirena mi ha chiesto se volevo restare una seconda a dare una mano a Sibello e Shannon Falcone con i nuovi ragazzi.

Senza impegno. E poi, una terza, sempre senza impegno. Ma mi hanno dato una maglietta e ho capito che era andata bene.”

Per che ruolo sei stato reclutato?

“Grinder fin dall’inizio.”

Cosa vuol dire essere uno degli 8 grinder su Luna Rossa ?

“Vuol dire azionare le manovelle  con costanza, di seguito,  per tutta la durata della regata, 25/30  minuti per garantire il flusso continuo dell’olio  nelle pompe idrauliche che crea l’energia, i watt, che servono per regolare le vele. “

Uomini dinamo in pratica ?

“In pratica si. E’ un ruolo molto fisico in cui devi mantenere sempre la lucidità. Non devi fermarti quasi mai.  Stare attento alle chiamate, perché tutto è fulmineo. Ormai siamo rodati tra noi. Parliamo poco. Schiacciamo i pulsanti del cambio marcia e spingiamo. Ciascuno di noi grinder poi ha anche altri compiti.”

Quali? Ho visto che tu sei l’unico grinder che come Bruni, Spithill e Sibello ha il  microfono collegato con la TV?

“Si ho il microfono, ma credo venga fuori  solo qualche ansimo. Quanto agli altri compiti, no comment (e un sorriso stile 007).”

Che sensazioni dà decollare?

“Una sensazione di una bella spinta veloce, come in macchina quando acceleri all’improvviso. Oggi siamo stabili, voliamo tutto il tempo, ci fa strano quando siamo in acqua.!

E quando fate splash down?

“Noi la chiamiamo ingavonata. Normalmente significa un  enorme cono d’acqua che ti si scarica addosso e ti entra dappertutto, anche in bocca.”

Ci sono turni tra grinder su Luna Rossa?

“Si, è un ruolo pesante fisicamente,  tra una regata e l’altra ne cambiamo uno,  massimo due, dipende dalla stanchezza. “

Che attività fai per mantenerti in forma per il tuo ruolo?

“Faccio due allenamenti al giorno. Un’ora e mezza la mattina, pesi e cardio principalmente, e un’ora la sera. Per l’alimentazione  ho un target  individuale di peso, perché la regola degli AC75 impone  un peso complessivo per l’equipaggio e lavoro intorno a quello.”

Come si mangia a Auckland?

“A casa o con il Team. Dalla Sardegna ci siamo portati due cuochi   che ci  garantiscono buoni  pasti all’italiana. “

Ti piace la Nuova Zelanda? La tua morosa è con te?

“Sì lei è qui. La Nuova Zelanda mi piace, una natura bella e  selvaggia, dopo le regate faremo un giro, ma preferisco l’Italia.”

Il velista che consideri il tuo  Maestro?

“Robert Scheidt ( brasiliano, 2 ori, 2 argenti, 1 bronzo tra Laser e Star), da lui ho tratto i maggiori spunti.”

I tuoi eroi  velici?  

“Mio padre, da un certo punto di vista,  l’australiano Thomas Slinsgby ( tra l’altro oro Laser a Londra, un mondiale Moth)E poi, ma non lo dovrei dire perché ora è l’avversario, Peter Burling, timoniere dei kiwi.”

Altri interessi oltre la vela?

“A me piace lo sport nella natura, mi piace il kite surf. Per film e libri ora non c’è tempo, comunque mi interessa la storia. “

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