Scampia, la periferia che vince
con Fabrizio Esposito e Gianni Maddaloni

Fabrizio Esposito e Gianni Maddaloni
Fabrizio Esposito e Gianni Maddaloni
di Diego Scarpitti
Lunedì 7 Giugno 2021, 13:10
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Idee chiare. «Sono cresciuto con l’intento di superare mia sorella Martina». Schienata e immobilizzazione, ippon e wazari sul tatami, senza sconti. Alle finali nazionali cadetti ad Ostia Fabrizio Esposito ha messo al collo la medaglia d’oro, al termine di una gara lunga nel rispetto delle procedure anti-Covid. Per l’atleta della Star Judo Club la vittoria è un passo importante di ripartenza e ritorno alla normalità.

«Sono nato il 5 agosto 2004 e ho tre anni di differenza con Martina». Parametro di riferimento la campionessa napoletana, soprannominata la «tigre» di Scampia, per la freddezza glaciale nell'abbattere le sue avversarie, tesserata per il Centro Sportivo Carabinieri. «Sogno di entrare in un gruppo sportivo e di disputare competizioni internazionali insieme a mia sorella», auspica l’allievo del maestro Gianni Maddaloni.

 

Nella categoria 73 kg si è fatto valere, precedendo sul podio il romano Francesco Sansonetti (Fitness Club Nuova Florida), Alessandro Sorelli (Asd Judokan) e Tommaso Perfetti (Fitness Club Nuova Florida). «Dedico il successo alla mia famiglia, ai miei genitori Vincenza e Donato. Un grazie di cuore al maestro Gianni Maddaloni per i suoi preziosi consigli». Primo titolo messo in bacheca, dopo aver inizialmente superato Luigi Scaringi (Novara), Yan Felletti (Akiyama Settimo) e Davide Macrì (Torino).

«È stata la prima rassegna dopo questo periodo di stop forzato. Non credevo di stare così in forma, ma quando sono salito sul tatami mi sono sentito elettrico e con l’aiuto del maestro Maddaloni tutto è andato per il verso giusto. Spero sia l’inizio di una lunga serie di trionfi sulla materassina», afferma convinto il judoka napoletano nato a Scampia. Ad indirizzarlo alla nobile disciplina giapponese istituzionalizzata da Jigorō Kanō mamma Vincenza. «Fu proprio mia madre ad insistere per farmi praticare judo all’età di tre anni e da quel momento mi sono innamorato sempre più di questo splendido sport», conclude Esposito. Scampia la periferia che continua a vincere.

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